Militari della Guardia Nazionale hanno aggredito un gruppo di deputati oppositori del governo, che stavano tentando di avvicinarsi alla sede del TSJ in centro a Caracas, il Tribunale Supremo di Giustizia.

I deputati, si erano recati presso la sede del Tribunale, per protestare contro la sentenza che attribuisce massimi poteri all'Assemblea Nazionale. Anche diversi militanti chavisti si sono schierati con i militari, scagliando contro i parlamentari pietre e bastonate.

"Siamo venuti a restituire al Tribunale la sua sentenza, perché non abbiamo nessuna intenzione di rispettarla, perché viola la Costituzione del nostro paese" aveva dichiarato Juan Requesens, deputato del Partito di Unità Democratica, prima di essere preso a botte dai militanti del partito di governo.

In pratica, la questione verte sull'assunzione di maggiori poteri da parte del presidente Nicolas Maduro, che con questa sentenza, ha assunto poteri costituzionali.

Immediate le repliche di alcune nazioni latinoamericane: il Perù ha annunciato il ritiro - definitivo - del suo ambasciatore a Caracas.

La Colombia di Juan Manuel Santos, esprime "forti preoccupazioni" per la situazione venezuelana, così come anche il governo Cileno: entrambi i governi, hanno fatto sapere che stanno procedendo a consultazioni diplomatiche.

Gli fa eco il Messico, che dal governo fa sapere: "Bisogna garantire una reale separazione dei poteri e un rispetto dello Stato di diritto e delle istituzioni democratiche".

E il governo brasiliano denuncia "una rottura dell'ordine istituzionale in Venezuela" respingendo la sentenza del Tribunale Supremo e sottolineando come "il pieno rispetto dell'indipendenza dei poteri è un elemento cruciale della democrazia".