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Nemico Pubblico

Nemico Pubblico

Autore: Alessio Marra - Redazione Politica
Data: 15/07/2014 16:54:28
Nemico Pubblico

La notizia delle ultime ore, per quanto concerne la politica interna del nostro paese, riguarda il rinvio di due giorni della votazione della Camera riguardante la posizione di Giancarlo Galan (sul quale pende una richiesta di arresto nell'ambito dell'inchiesta sull'affare Mose), ottenuto dallo stesso nonché dai suoi legali a causa di un incidente domestico il quale gli ha provocato una frattura della tibia e del perone.

Le precarie condizioni sanitarie dell'ex governatore del Veneto e attuale deputato di Forza Italia lasciano ben sperare i suoi avvocati in merito all'annullamento, da parte del GIP, della misura cautelare in carcere la quale verrà quasi certamente disposta in seguito al via libera della Camera che, come detto, si riunirà giovedì 17 luglio anziché martedì 15.

Questa vicenda appare inconfutabilmente in linea con due tendenze di fondo riguardanti l'inscindibile rapporto tra economia e politica all'interno della nostra penisola.

Un fenomeno con il quale l'attività produttiva italiana deve costantemente fare i conti riguarda la lentezza della macchina della giustizia e, più specificatamente, il ruolo primario che la burocrazia riveste in questo meccanismo.

L'Italia è il paese dei processi interminabili, anche quando questi appaiono dall'esito scontato; e ciò si riflette anche e soprattutto nell'ambito dell'imprenditoria nostrana, laddove, molto spesso, le industrie vedono di fatto bloccato il proprio lavoro a causa di autorizzazioni che tardano ad arrivare o norme che vengono introdotte in corso d'opera.

Questa è la ragione principale per cui il nostro paese ha perso appeal nei confronti dei capitali esteri e, al contrario, spinge numerosi imprenditori a trasferire la propria attività all'estero (spesso in Svizzera) alla ricerca di migliori condizioni fiscali/amministrative.

Un ulteriore elemento di notevole importanza è rappresentato dalla tendenza della nostra politica a favorire opere di natura pubblica a discapito della libera iniziativa tra privati. A sostegno di questo approccio vi è il principio secondo il quale essa darebbe origine a un numero maggiore di posti di lavoro ma, nel tempo, questa impostazione è stata smentita dalla teoria e soprattutto da numerosi fatti di cronaca che sottolineano come i posti creati, e soprattutto retribuiti da parte dell'intera collettività, si dimostrino spesso il centro nevralgico di interessi di natura commerciale e monetaria, quindi privata.

Questa contraddizione, resa pubblica dalle ultime inchieste (vedi Mose ed Expo), ha destato scalpore in un elevato numero di spettatori ma non rappresenta un fulmine a ciel sereno per gli addetti ai lavori, visto lo stato di allerta che era stato espresso in tal senso dalla Commissione competente in materia nel lontano 2007.

Per questi motivi è possibile concludere offrendo uno spunto di riflessione in merito all'effettiva supremazia della politica, rispetto all'attività economica, che molto spesso viene propagandata dalla teoria nonché da parte di stampa e opinione pubblica.


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