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Ferragosto o Feriae Augusti?
Come al solito, tra qualche giorno, potremo di nuovo usufruire (fino a quando, con i tempi che corrono, non si sa…) delle moderne, limitate e circoscritte vacanze di Ferragosto (in generale, dal 13 al 18 Agosto). A mio avviso, un vero e proprio regresso sociale. In modo particolare, quando si pensa che i nostri antenati Romani – sicuramente meno kasher-speculatori, mercanti-uncino, produttivisti-soggiogati o marginali-pauperizzati dei nostri contemporanei – si potevano prendere il lusso e l’immenso piacere di potersi pienamente gustare, per tutto il mese di Agosto (fino ad allora, chiamato Sextilis o ‘Sesto mese’ del calendario romano), le lunghissime e gradevolissime ferie che per l’appunto, in quell’epoca, erano complessivamente denominate 'FERIAE AUGUSTI' o VACANZE DI AUGUSTO. Da cui, la deformazione linguistica che è intervenuta nel tempo, giungendo fino a noi, con il termine FERRAGOSTO. Come pochi sicuramente rammentano, infatti, le 'FERIAE AUGUSTI' originarie – che, a differenza del nostro Ferragosto, duravano praticamente dal 1° al 31 Agosto di ogni anno – vennero ufficialmente istituite, per la prima volta, nel -18, dall'Imperatore Gaius Iulius Caesar Octavianus o Ottaviano (-63/14), dopo l’investitura ad 'Augustus' (cioè, 'Venerabile' e 'Sacro') che egli aveva ricevuta dal Senato di Roma. Agli occhi dei cittadini romani di quell’epoca, però, la proclamazione ufficiale di quelle 'vacanze' non sembrò affatto modificare l’essenziale del precedente status che essi stessi avevano già conosciuto e praticato nel corso del loro recente o remoto passato. La legalizzazione di quelle ‘Feriae’, in realtà, più che come una nuova e gradita “elargizione” da parte dell’Imperatore, venne semplicemente considerata, dall’uomo della strada, per quello che effettivamente era: un banale ed interessato gesto di propaganda politica che era stato direttamente escogitato dal nuovo Cesare, per tentare di aumentare i consensi che, in buona parte, già possedeva tra i suoi amministrati. In altri termini, il nuovo Imperatore – proponendo una sua particolare festività (quella che, come vedremo, era dedicata a ‘Marte Vendicatore’) in aggiunta a quelle che già esistevano, e formalizzando ufficialmente il mese di Agosto come un ‘mese ponte’ completo (ma che, in linea di massima, era già abbondantemente festivo…) – si era semplicemente limitato a collegare tra loro e generalizzare, ai trentuno giorni di quel mese, le numerose consuetudini festive che erano gia correntemente celebrate dai suoi compatrioti, nel contesto della Societas romana di quell’epoca. Non dimentichiamo, infatti, che a Roma, nel mese di Augusto (da cui, la parola Agosto), la maggior parte dei cittadini romani tendeva volontariamente a disertare le sue consuete occupazioni, per potersi più liberamente consacrare ad una serie di solenni celebrazioni che – oltre quella appena introdotta da Ottaviano alla data del 1° Agosto (Kalendis Augustis) – continuavano ad essere sistematicamente osservate dall’intera popolazione, da tempo immemorabile. Ora, se escludiamo le nuove cerimonie volute da Octavianus Augustus e dedicate a Marte Vendicatore – in latino, Mars Ultor, il Dio che, secondo la propaganda imperiale di quel tempo, con la sconfitta militare di Cassio (Cassius) e Bruto (Brutus) a Filippi (Grecia), aveva vendicato la vile uccisione di Caius Iulius Caesar (Cesare) e favorito l’istallazione al potere di un suo pronipote (cioè, il medesimo Ottaviano Augusto… che, per l’occasione, non mancherà di sollecitare altri consensi popolari, edificando per loro, ex-novo, nel pieno centro di Roma, una vasta e monumentale piazza che era artisticamente contornata da splendide colonne di granito ed abbellita, negli spazi intermedi, da raffinate statue di marmo in taglia umana reale che, a loro volta, riproducevano, da un lato, gli ipotizzati lineamenti fisici dei mitici antenati della Gens Iulia, e dall’altro, quelli dei personaggi più famosi ed illustri della storia di Roma, sia di epoca monarchica che repubblicana) – ci accorgiamo che di feste, nell’Urbe imperiale, durante il mese di Agosto, ce n’erano già a non finire! Tanto per ricordarne qualcuna, mi permetto di citare, ad esempio:
Come il lettore l’avrà sicuramente intuito, potrei senz’altro continuare a citare altre specifiche ricorrenze che erano regolarmente festeggiate, all’interno dei Limes romani, nel corso dello stesso mese. Ad esempio, le celebrazioni che venivano separatamente e simultaneamente dedicate, il 12 Agosto (pridie Idus Augustas), ad Hercules Invictus, a Venus Victrix, ad Hermes Invictrix, ad Honor, a Virtus, a Felicitas e ad Iside (l’accensione delle lampade in suo onore o lychnapsia); il 13 Agosto (Idibus Augustis), a Flora e ad Hercules Victor; il 19 Agosto (ante diem quartum decimum Kalendas Septembres), a Venus (per commemorare l’edificazione del suo Tempio); il 23 Agosto (ante diem decimum Kalendas Septembres), a Vulcanus, ecc. Ma questo ulteriore elenco di festività, non cambierebbe nulla alla particolare, fiduciosa e felice realtà di quel tempo. Purtroppo, così diverso dal nostro… Un tempo, il nostro, in cui i cittadini della nostra svirilizzata e demoralizzata Italia/Europa – oltre ad avere totalmente dimenticato il significato ed il senso di quelle ‘FERIAE’ e l’effettiva origine storica di quelle tradizionali e più che bi-millenarie vacanze – preferiscono semplicemente continuare ad ingannare se stessi, confermando, ogni giorno, con il loro noncurante ed irresponsabile silenzio o la loro servile e volontaria acquiescenza, l’ignobile baratto che è stato furbescamente imposto alle nostre società, tra l’antica, accattivante e spensierata liberalità di quelle che furono originariamente definite le ‘Feriae Augusti’ e la moderna, avvilente e deprimente “elemosina sociale” che tendiamo normalmente ad identificare con le odierne vacanze di Ferragosto. Che aggiungere di più, dunque, a questa flagrante ed amara constatazione? Nei prossimi giorni, quindi, se lo desidereremo, continuiamo pure, come per il passato, a scambiarci reciprocamente ed allegramente i soliti e formali Auguri di Buon Ferragosto, ma – prima che sia troppo tardi – incominciamo ugualmente a pensare al peggio! Sto parlando, in particolare, della catastrofica ed incontrollabile crisi economica e politica che continua a svilupparsi nel mondo ed i cui diretti e tragici effetti inizieranno realmente a farsi sentire, all’interno dei nostri Paesi, a partire dai prossimi mesi autunnali. Intendiamoci: sinceramente, spererei davvero di stare a commettere un macroscopico errore di valutazione. Nel dubbio, però, vista la “piega” che sta attualmente prendendo la congiuntura mondiale, direi che sia proprio il caso di iniziare psicologicamente a prevedere le insormontabili difficoltà e ristrettezze che tutti insieme (meno coloro che, come al solito, risulteranno essere “più uguali” degli altri!), saremo comunque costretti a subire, nei prossimi mesi. Non soltanto per la nostra passata e dissennata accettazione del volgare scippo che è stato ingannevolmente perpetrato ai danni delle nostre più antiche tradizioni sacrali, ma soprattutto a causa dell’indicibile egoismo, della famelica avidità e della sfrenata ed insaziabile bramosia dei succitati kasher-speculatori e mercanti-uncino (come li chiama il mio amico Joe…) che – per tentare di colmare le loro più che tri-miliardarie perdite borsistiche ed evitare di diventare meno ricchi di quello che già sono – non esiteranno affatto a precipitarci, ancora una volta, in qualche subitanea ed “indispensabile” Guerra per la pace (sic!) o, nel migliore dei casi, nella più squallida e generalizzata miseria ed indigenza. Il post ha ricevuto 982 visualizzazioni |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/12/2024 03:41:54 |
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Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz