Si uccide schiacciato dal cyberbullismo. È per questo che la Procura sta indagando sul suicidio del parà americano Kiley Williama, ventitreenne in forza alla caserma Ederle/Del Din di stanza a Vicenza, dove viveva insieme ai suoi commilitoni.

Il giovane si è impiccato nel suo alloggio lunedì scorso, ma la procura ha deciso di indagare e intervenire con forza, cercando la motivazione che ha costretto il ventitreenne a togliersi la vita. Dalle indagini è emerso che il giovane era depresso da tempo, ma a determinare la tragica decisione, potrebbe essere stato un post pubblicato all'interno della pagina Facebook utilizzata dai militari americani.

Secondo quanto si è appreso, sulla pagina Facebook utilizzata in modo anonimo dai militari americani della caserma vicentina, vengono inseriti post goliardici, ma anche molto offensivi e a carattere sessuale. Inoltre fra questi post è possibile anche leggere "segreti" infamanti degli stessi militari, nonostante sia presente un moderatore. Una situazione che in breve può trasformarsi in accumulo di tensione, che può far cadere in depressione chi viene maggiormente colpito da attacchi del genere, soprattutto in ambienti militari dove offese pesanti e infamanti sono un peso molto grande da portare sulle spalle.

L'8  marzo lo stesso Williams aveva postato un messaggio denunciando "il lato oscuro di questa comunità" della quale faceva parte ed era stato preso di mira, sottolineando anche che in questa "avvengono cose molto brutte" e dove i segreti più profondi diventano di dominio pubblico.

La procura indaga su un pettegolezzo sentimentale che ha per protagonista lo stesso Kiley Williams e che è stato pubblicato all'interno del gruppo. Secondo le autorità che indagano sull'episodio, ci sono gli estremi per intervenire con forza, contestando il reato di cyberbullismo a chi ha pubblicato le offese nei confronti del militare americano.