
In scena al teatro Eutheca l'opera del drammaturgo francese Marivaux che immagina una societ� in cui si stravolge il rapporto padrone-schiavo. Un'analisi sulla dicotomia fra sete di vendetta degli ex subordinati e l'empatia che viene riconosciuta a chi occupa la propria vecchia condizione

Questo di domenica 15 dicembre, alle ore 11, è il primo di una serie di appuntamenti a ingresso gratuito dal titolo “Conversazioni Teatrali”: storie di vita dedicate, storie di scelte coraggiose tra casa, libri, palcoscenico, tele, camerini, musica, scrittura. Pino Strabioli dialogherà tra musica, ricordi, canzoni, insieme all’editore Gino Iacobelli e ai giornalisti Simona Orlando e Roberto Carvelli.

Il ritmo incalzante non lascia nulla al caso, le battute calibrate disegnano geometrie di dialogo perfette, audaci, sbavature innocue e dialetto romanesco, ma non troppo, aiutano lo spettatore a seguire con attenzione lo svolgersi di una vicenda semplice ma mai banale. Due coppie che parallelamente si confrontano con una profondità assai diversa, da punti di vista completamente opposti. Marco e Monica (rispettivamente Gabriele Pignotta e Viviana Colais) due giovani innamorati che si perdono tra i litigi di una quotidianità difficile da gestire.

L'operazione dell'Antologia percorre l'estro e la creatività di Rezza e Mastrella degli ultimi 10 anni. Le opere esprimono la critica feroce, surreale e puntuale nei confronti della civiltà. Il filo rosso che lega le opere li rende novelli veggenti di una crisi infinita che ormai tutto permea.
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In scena al teatro Vascello dal 3 all'8 dicembre il dramma shakesperiano riadattato da Valter Malosti. Vittima e carnefice possono essere ugualmente combattute, uno contro la pulsione di fare del male, l'altra contro il destino e l'incapacità di perdonarsi?

Qual è il messaggio che Cechov ci ha lasciato e che ancora oggi vale come eterno e sempre attuale? Già dalle prime battute si sente una rivisitazione da parte del regista, che avvicina tanto quello zio Vanja, angosciato e depresso, ad un uomo dei nostri giorni. Il Sergio Rubini che ci ricordavamo in Denti, tanto per citarne uno, prende i panni degli interrogativi esistenzialisti che segneranno tanto teatro moderno del novecento.