Diviso in varie scene, ciascuna ricalcata sul perimetro di alcuni dei quadri più famosi dell’artista, il dramma che ne viene fuori appare spezzato da un’interpretazione poco convincente in alcuni momenti, soprattutto quando si insiste troppo su quello che Frida ha scritto nei suoi diari piuttosto che sulla costruzione di una vera e propria trama.
E' uno strepitoso Peppe Barra, quello che calca la scena del Teatro Ghione di Roma, ahime', fino al 21 febbraio. Un Artista, si, proprio con A maiuscola, quello che e' andato in scena a Roma, ma in fondo, un artista lui lo e' ormai, da anni. Una pietra miliare dello spettacolo italiano, un mostro del teatro, della musica un uomo che non ha bisogno di essere presentato perche' e', punto e basta. Cantante, attore, cabarettista, qualcosa che ha innato in se, per nascita, essendo figlio d'arte, ma anche per la sua napoletanita'.
"Quello che mi ha sempre affascinato in Beckett è la sottile e fine poesia che scaturisce dai suoi testi. L’amore e la compassione per l’essere umano costretto disperatamente alla ricerca di un senso."
In Porcile la trama si sviluppa nella Germania del dopo nazismo, nel momento in cui la borghesia con il suo modo globalizzante di intendere la democrazia ha preso il Potere e lo gestisce.
Immaginiamo che, davanti all’analfabetismo di ritorno che a detta di molti affligge l’Italia, il Ministero della Cultura lanci una campagna nei teatri, affidata ad attivisti organizzati nelle minacciose Brigate Culturali
“Sole a Strisce” è un inno alla vita. Una sinfonia verso quel meraviglioso e misterioso gioco che è l'esistenza. Ed è proprio andando a scavare nelle nefandezze dell'essere umano, scegliendo tre profili di reietti differenti, che viene fuori la vera umanità, l'essenza dell'amore, la ricetta della felicità.
Dove sto andando? Che ore sono? Questa è la mia macchina? Che anno è della mia vita? I miei genitori sono ancora vivi? Vuoto. In quei momenti sale una grande ansia, e tutto inizia a non avere un senso.
Il cambio continuo di costumi movimenta il dettato, a torso nudo o vestiti, secondo una perfetta legge dei contrasti, i ballerini che danzano sembrano nel contempo anche intonare le parole e appassionarsi al dolore dell’amore struggente.
“Sogno di una notte incantata" è il titolo del nuovo spettacolo di Peppe Barra, liberamente tratto da Peppe Barra e Fabrizio Bancale da "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile e "Pulcinella" di Libero Bovio
Dall’autore di spettacoli raffinati ed immaginifici, capace di sbalordire il grande pubblico con immagini strabilianti, arriva uno spettacolo inaspettato, dirompente, diverso dall’immaginario barocco di cui Emiliano Pellisari ci ha abituato: un mondo allegro, tratto dalla fantasia del mondo pop, un gioiello del physical theatre.