Omicidio di Emanuele Morganti: scattano i primi fermi
A poche ore dalla morte di Emanuele Morganti, il 20enne massacrato di botte fuori da un locale di Alatri, sono scattati i primi due fermi, dopo che gli inquirenti hanno visionato i video delle fotocamere di sorveglianza collocate nell'area del pestaggio.
Da quanto di apprende, altri due fermi starebbero per essere notificati. Oltre alle sette persone che risultano indagate per aver preso parte all'aggressione, ma anche per omissione di soccorso, gli investigatori stanno valutando la posizione di altre persone, compreso il buttafuori del club.
I due fermi sono scattati ieri, dopo una lunga serie di interrogatori.
Sul luogo del pestaggio, non sono ancora trovate le armi - si pensa a un crick o a una spranga - utilizzate per picchiare il ventenne.
Una zia della vittima ha dichiarato a Il Messaggero: "Giustizia, o ce la faremo da soli. Emanuele non si meritava tutto questo. Non si può morire a 20 anni. Devono marcire in carcere: vogliamo giustizia oppure ce la faremo da soli".
Una giovane, amica di Emanuele, condanna: "Tutti hanno visto tutto e non sono intervenuti. Tutti sono colpevoli. Emanuele è stato ucciso da Alatri. quello che l'ha ucciso è un italiano, e non è nemmeno la prima volta che lo fa".
Non basta: secondo quanto riportato da alcuni amici della vittima, Emanuele "era da solo. E' stato preso dai buttafuori, ma non lo hanno buttato fuori, l'hanno rincorso e lo hanno picchiato fuori dalla discoteca. Quelli non dovevano proprio lavorare, hanno precedenti penali. E' brutta gente". E tutti sostengono che "forse l'hanno massacrato in 30, e uno solo l'ha difeso. Ma tutti hanno visto tutto e non sono intervenuti".
Il Comune di Alatri ha proclamato un giorno di lutto cittadino e un corteo in ricordo di Emanuele è stato organizzato per stasera. Mercoledì invece, una manifestazione è in programma per dire NO contro ogni tipo di violenza.
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