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Varese: cibo etnico nelle scuole. Scoppia la polemica

Varese: cibo etnico nelle scuole. Scoppia la polemica

Autore: Anna Lisa Minutillo - Redazione Attualita'
Data: 25/03/2017 08:41:39

Lʼiniziativa di scambio culturale dellʼamministrazione comunale: piatti nigeriani agli alunni della primaria per raccontare un pezzo dʼAfrica.

Un giorno in cui saranno servite ai bimbi zuppe speziate, ragù di arachidi, tortini di fagioli farciti e carne al peperoncino . Pochi “ingredienti” sono stati sufficienti per scatenare uno scontro tra il sindaco di Azzate, in provincia di Varese, e la Lega Nord.

Il tutto nasce da un progetto comunale “Sapori del Mondo – Menù senza frontiere” che è stato inserito nell’offerta formativa scolastica. Un’ occasione per mettere in atto integrazione e condivisione di differenti culture, anche quelle alimentari, che martedì 28 marzo, in questa scuola primaria darà ai bambini la possibilità di assaggiare in mensa i sapori etnici tradizionali proposti da quattro profughi nigeriani che da oltre un anno vivono in questo paese.

Durante questa iniziativa sarà presente anche una dietologa allo scopo di spiegare ai bimbi i principi nutrizionali degli alimenti e le diverse caratteristiche degli ingredienti.

Partono così riserve e dubbi dal punto di vista sanitario da parte di alcuni, convinti che sarebbero stati i quattro richiedenti asilo a cucinare.

Protesta l’onorevole Paolo Grimoldi della Lega Nord: “Per la serie non devono essere gli immigrati a integrarsi alle nostre tradizioni e al nostro modo di vivere ma dobbiamo essere noi a assumere il loro modo di vivere. Ecco la geniale pensata del sindaco di Azzate”.

Il primo cittadino Gianmario Bernasconi spiega invece che la preparazione dei piatti che verranno serviti sarà a cura della cooperativa che gestisce il servizio mensa. Questa iniziativa rientra in un progetto inerente la mensa scolastica che è stato votato all’unanimità da tutto il consiglio comunale nel febbraio 2016. Un progetto che prevede l’eliminazione degli sprechi alimentari, ed a far trovare in tavola ai bambini frutta e verdura di stagione.

Provocazioni anche da parte del consigliere regionale del Carroccio Emanuele Monti, secondo il quale “al posto di dare da mangiare ai bambini curcuma, o altra roba improponibile, si dovrebbe pensare meno a comparire sui giornali e più a valorizzare il nostro patrimonio tradizionale, anche culinario”.

L’idea del progetto è quella di “coniugare i sapori con la storia di questi quattro giovani richiedenti asilo. La parte adatta a dei bambini, racconterà loro un pezzettino d’Africa”.

“Finalmente in Regione la Lega s’è accorta dell’esistenza della scuola di Azzate – afferma il sindaco Bernasconi – sarebbe stato interessante fosse intervenuta anche quando i profughi hanno spazzato il cortile della scuola dalle foglie, per permettere ai bambini di tornare a giocare in un contesto pulito. Ma in quel caso nessuno ha trovato nulla da ridire. I quattro ragazzi nigeriani hanno fatto molto per il paese in questi mesi, senza clamore. Anche il sindaco Martedì andrà a mangiare con i bambini.

Non si perde occasione per rendere iniziative di integrazione come qualcosa di pesante , da cui prendere le distanze.

I bambini non hanno preconcetti tanto è vero che in questi ultimi anni vediamo molti bimbi di provenienze differenti far parte di classi nelle nostre scuole e perfettamente integrati ed accettati .

Il cibo da sempre è occasione di condivisione, un vero e proprio fenomeno sociale che offre la possibilità di colmare curiosità attraverso la scoperta di altri sapori.
Non sappiamo prendere mai spunto dai bimbi che molto hanno da insegnare a noi “adulti”, non sappiamo fermarci ad ascoltare, non sappiamo trarre da momenti di incontro arricchimento personale , sappiamo solo vedere negatività la dove non è presente.

Diventa sempre più complicato far cadere muri mentali quando ci troviamo a dover combattere contro pregiudizi e retaggi culturali ormai obsoleti e da dimenticare. Mi piacerebbe molto sapere in che modo si alimentano queste persone quando si recano per vacanza o per lavoro in altre regioni di Italia.

Recarsi in luoghi di mare e cibarsi con minestrina di dado oppure con minestrone (senza nulla togliere a queste pietanze) apparirebbe come un vero e proprio sacrilegio.

E’ da qui che bisogna partire, dalle piccole cose che così piccole poi non sono ma ricoprono un ruolo sociale di rilevante importanza.

La tavola come occasione di incontro, di conoscenza, di dialogo, di apertura mentale, quella tanto decantata ma così difficile da attuare.
Per fortuna le persone non sono tutte così.

Anna Lisa Minutillo


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