Recensione: Il Libro della Giungla - al Teatro Vascello fino al 2 Aprile 2017
Dal 25 Febbraio al 2 Aprile, tranne qualche pausa intermedia, il palcoscenico del Teatro Vascello si anima con uno spettacolo diretto da La Compagnia dei Giovani del Teatro Vascello, con Il Libro della Giungla, arricchito dalle musiche di Claudio Corona Belgrave e prodotto da La Fabbrica dell’Attore. Abituati ormai ad un’effervescenza insolita, non si finisce mai di stupirsi di fronte all’innovazione e alla fantasia che anima questo gruppo di giovani attori, abilissimi nel rimettere in scena storie e favole molto note, fino a trasformarle in qualcosa di inedito e sempre divertente. I costumi, bellissimi, di Clelia Catalano, un vero piccolo genio della scenografia, sono colorati, animati, già da soli capace di attirare un’attenzione tutta particolare.
(Foto di Susanna Schivardi)
Le musiche e i ritornelli molto accattivanti, trascinano in un applauso senza soste, con clap che si generano automaticamente per accompagnare l’andamento fluido e piacevole della rappresentazione. Un andamento della narrazione semplice per bambini fino ai 6 o 7 anni, capaci anche di cogliere le sottili striature di humour che gli attori non si risparmiano di spalmare qui e là con un certo senso dell’improvvisazione. I personaggi della storia sono la tigre Shere-Khan, la pantera Bagheera, l’orso Baloo, il nibbio colorato, i lupi che poi sono i genitori di Mowgli, e poi appunto il bambino destinato a tornare tra gli umani, un piccolo Mowgli pimpante e peperino.
(Foto di Susanna Schivardi)
La scenografia rappresenta alla perfezione le varie cornici che attraversano la vicenda, con vivace tinte di verde, belle animazioni efficaci sullo sfondo, e il finale a sorpresa con un omaggio divertito a Bollywood, essendo la storia inventata e ambientata in qualche luogo isolato della giungla indiana. La Compagnia del Teatro Vascello è articolata e abituata a cimentarsi in varie discipline che vanno dal ballo al canto, e ultimamente anche all’arte circense del trapezio, mostrando una grande versatilità verso il teatro a tutto tondo, consapevole del fatto che tecnologia e cinema sono dotati di armi superiori rispetto a quelle che un palcoscenico può offrire. Puntare sulla parola, sul contatto diretto e sulla bravura di cui si sente sudore e fatica e impegno è però qualcosa di cui tenere ancora conto, di cui vantarsi e andare fieri, certi che di fronte ad un bello spettacolo a volte non ci sono grandi schermi o apparecchi elettronici che possano competere o che, nel confronto, questi ultimi non abbiano necessariamente la meglio.
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