La costituzione italiana cita all’articolo 32:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Se un cittadino Italiano va per un certo periodo in Spagna o in Francia o in Germania e per disgrazia si ammala, non ha grandi problemi perché gli accordi internazionali gli danno la copertura sanitaria e gli permettono di essere curato ( spesso meglio che da noi..!)

Se un cittadino Lombardo o Umbro se ne va in viaggio o in ferie  in Veneto o in Lazio o in Calabria o, comunque in una regione diversa da quella di sua residenza e non ci resta per almeno tre mesi acquisendo cosi il diritto di iscriversi alle cure, è meglio che non si ammali assolutamente perché la cosa gli costerebbe un sacco di quattrini e di complicazioni.

Difatti, per i residenti in altre regioni è previsto il pagamento diretto delle prestazioni sanitarie, salvo, in alcuni casi, il rimborso a richiesta che è però gravato da spese per le “pratiche” e per le tasse e dalla notevole perdita di tempo caratteristica inevitabile della nostra burocrazia.

Insomma, nella maggior parte dei casi, il tapino rinuncia al rimborso perché “il rimedio è peggiore del male”. ( basterebbero delle compensazioni automatiche tra le regioni )

Le istituzioni lo sanno e, “furbescamente” ( e disonestamente), com’è nel costume di questa italietta resistenziale, contano sulle difficoltà dei rimborsi per lucrare alle spalle dei Cittadini subornandone i sacrosanti diritti costituzionali ( articolo 32 ).

A parte la meschinità di tale situazione, la cosa ci appare anche cretina perché non  è certamente un fattore che possa promuovere il turismo interno ( di cui abbiamo tanto bisogno visto che quello straniero ce lo siamo giocato con politiche suicide).

Ultima notazione: questo stato di cose non è specifico delle regioni di destra o di sinistra; in questa colpevole disorganizzazione vanno tutti perfettamente d’accordo..!