Asti: furto di un video hard da cellulare e ricatti. Un denunciato
Ci risiamo e non passa giorno in cui non ci si inventi qualcosa di nuovo per poter fare violenza sulle donne, come se non bastassero i femminicidi, le violenze sessuali gratuite, ora si è passati ad usare un altro sistema, che se si vuole è molto più subdolo, ma ferisce allo stesso modo e come nel caso recente di Tiziana porta chi si ritrova in una situazione di questo tipo a gesti estremi e con conseguenze irreparabili.
Stiamo parlando della sottrazione di video privati dai cellulari , che a volte vengono inviati dalle stesse vittime inconsapevolmente, senza fermarsi a riflettere su ciò che si sta facendo, sul materiale che si sta troppo leggermente ( forse) divulgando.
Quasi come se si esistesse solo dietro ad uno schermo e ci si dimenticasse invece di essere nella vita reale, quella concreta, quella con cui ci confrontiamo tutti i giorni.
Si estorcono immagini, si usa il corpo e la privacy altrui esponendo persone inconsapevoli a grandi rischi, alla perdita della dignità, al giudizio di chi neanche conoscono ma soprattutto non richiesti, il tutto come se si stesse giocando e forse si gioca si ma con la vita altrui, cosa di cui nessuno dovrebbe avere diritto.
Questa vicenda riguarda un giovane ventottenne astigiano che è stato denunciato dalla polizia postale di Asti per sex extortion. L’uomo, pregiudicato, si è impossessato di alcuni video osè che la vittima aveva registrato e salvato sul suo cellulare. Come per “magia” i filmati avevano iniziato a girare su internet e la ragazza (che non era al corrente di nulla) è stata avvicinata da due persone che hanno tentato di estorcerle denaro
La donna ha 30 anni e negli ultimi tempi aveva notato un aumento cospicuo delle richieste di amicizia sui social ( più di 800 ), richieste che erano accompagnate da apprezzamenti di natura sessuale e anche da proposte di incontro, fino al punto di ricevere lei stessa sul suo cellulare video hard autoprodotti con lei protagonista ma mai condivisi con altri.
Gli investigatori hanno potuto accertare l’esistenza di due gruppi anonimi su Facebook, all’interno dei quali era stato postato il video associato alla ragazza e diventato in poco tempo noto fra gli utenti della provincia piemontese.
La donna ha così deciso di contattare direttamente l’amministratore del gruppo su Facebook pensando di risolvere questa situazione ma a nulla è servito perché si è solo ritrovata ricoperta di insulti e di minacce sul social ed inoltre è stata avvicinata fisicamente da due giovani che oltre al ricatto volevano ricevere denaro da lei.
La vittima ha riferito ai poliziotti di avere forti sospetti su un suo amico a cui tempo prima aveva prestato il telefonino, e che nel momento della restituzione aveva commentato: “bello il video”. I poliziotti della Sezione Polizia Postale di Asti, con il supporto dei colleghi del Compartimento Polizia Postale di Torino, hanno proceduto alla perquisizione locale ed informatica a carico del ragazzo, rilevando un’ingente quantità di materiale archiviato e sequestrando i vari supporti sui quali gli investigatori effettueranno le ulteriori analisi tecniche.
Cosa accada a questo mondo diventa davvero incomprensibile e difficile anche da commentare, la cosa più saggia (fermo restando che ognuno è libero di fare ciò che vuole nella vita) sarebbe quella di evitare di fidarsi di chiunque e di condividere aspetti così privati della vita, troppo spesso poi per la leggerezza di un attimo ci si ritrova a pagare conseguenze con cui diventa sempre più difficile combattere dopo.
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