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Roma, Teatro dei Conciatori: 'Lo stupro di Lucrezia' - dal 14 al 18 Settembre

Roma, Teatro dei Conciatori: 'Lo stupro di Lucrezia' - dal 14 al 18 Settembre

Autore: Maya Amenduni - Redazione Cultura
Data: 07/09/2016 10:15:57

TEATRO DEI CONCIATORI

C.U.T. – Contemporary Urban Theatre -

 

100% TAGLIO CONTEMPORANEO

 

14 | 18 settembre 2016

LO STUPRO DI LUCREZIA

dal poema di Shakespeare

Drammaturgia e regia di Luca De Bei

con Federica Bern

Scene Valeria Mangiò

Costumi Camilla Marcelli

Luca De Bei e Federica Bern apriranno la quinta stagione del Teatro dei Conciatori (14 – 18 settembre 2016 ) con LO STUPRO DI LUCREZIA, lo spettacolo scritto e diretto da Luca De Bei, tratto da Shakespeare, vede Federica Bern protagonista di un monologo intenso ed emozionante.

Lucrezia è colei che con un gesto drammatico e clamoroso denuncia al marito e a tutta la società romana il sopruso che ha subito dal figlio del re, Tarquinio il Superbo, ottenendo così che il tiranno venga cacciato da Roma. E’ dunque un archetipo di donna che agisce, che si ribella, che è disposta a sacrificare se stessa per i suoi ideali. Lo spettacolo parte dalla sua figura e dal poema di Shakespeare per approdare a quattro personaggi femminili reali e contemporanei, in un passaggio ideale di “testimone”.  Sul palcoscenico si alternano così la storia di Berta Caceres, l’attivista honduregna che ha pagato con la sua vita l’impegno per salvare la natura e i popoli indigeni di cui lei stessa faceva parte; il racconto di una bambina yemenita di 11 anni che fugge dalla sua famiglia e chiede aiuto alle autorità per non doversi sposare a un uomo scelto dai genitori; la triste vicenda di una bracciante agricola italiana vittima del caporalato e del lavoro nero; e infine il coraggio e la determinazione di Kiana Firouz una giovane donna lesbica, attrice e attivista per i diritti Glbt in fuga dal suo paese, l’Iran, che in Inghilterra ottiene asilo politico e gira un film sulla sua vita. Grazie a queste cinque donne così diverse tra loro eppure così simili, i duemilacinquecento anni che dividono Lucrezia dai nostri giorni sembrano annullarsi. Si tratta di donne che si fanno paladine dei diritti civili, che pagano sulla loro pelle le scelte fatte, che diventano per tutti noi il simbolo delle battaglie contro una società capitalista, razzista e patriarcale. Donne che non si arrendono, che trovano la forza di opporsi, il coraggio di gridare al mondo le ingiustizie subìte. Donne che contribuiscono a sviluppare la consapevolezza e a indicare la strada per il cambiamento.

ALCUNE DOMANDE AL REGISTA E DRAMMATURGO LUCA DE BEI.

D- Com’è nata l’idea di questo spettacolo?

R – All’inizio doveva trattarsi solo del sonetto shakespeariano ma poi, lavorando sulla modernità del messaggio di Lucrezia e sulla teatralità da infondere al tutto, ho pensato che il modo migliore per mettere in evidenza la portata filosofica e la contemporaneità del testo di Shakespeare fosse quella di raccontare anche storie di donne che, idealmente e attraverso i secoli, hanno dato seguito all’esempio della nobildonna romana di circa duemilacinquecento anni fa.

D- Come mai solo donne contemporanee?

R – Perché volevo che lo spettacolo fosse il più vicino possibile alla gente, il più comprensibile ed emozionante. Queste storie di donne raccontano un presente che, in un modo o nell’altro, conosciamo e spesso ci appartiene.

D_ Come hai scelto l’interprete, Federica Bern?

R- In realtà il progetto è nato su di lei e assieme a lei. Federica è un’attrice che stimo molto e con cui, a partire dal mio “Le mattine dieci alle quattro”, ho continuato sempre a lavorare.

D – E’ Federica Bern a interpretare i diversi ruoli?

R- Certamente. Sia perché era necessario che lo “spirito” di Lucrezia si incarnasse in tante donne lasciando però in qualche modo la stessa impronta, sia perché questa attrice è capace di essere vera e credibile come bambina e come donna, come una figura del passato e come un personaggio del presente. E inoltre Federica è a suo agio e potente sia nei ruoli drammatici che nei toni da commedia.

D- Dunque nello spettacolo c’è anche una parte “leggera”?

R- Assolutamente sì. Attraverso la leggerezza e l’ironia si possono far passare argomenti e temi serissimi, e questo è uno dei miei obiettivi principali quando faccio teatro.

D- Tu passi dai grandi teatri – la stagione scorsa eri al Teatro Eliseo con la produzione di un testo e regia tuoi per Ugo Paglia, Paola Quattrini, Pia Lanciotti ed altri – a piccoli teatri come I Conciatori, dove debutti con questo nuovo spettacolo. Come mai continui a frequentare i teatri “off”?

R- Difendo con passione la scelta di lavorare anche in piccoli teatri, ovviamente con progetti creati apposta e in sintonia con gli spazi limitati e il basso budget, perché le realtà teatrali di questo tipo sono fondamentali. Sia per permettere ai giovani artisti di mettersi alla prova e fare esperienza, sia per creare spettacoli in cui inventare, osare, rischiare. Spettacoli che difficilmente avrebbero asilo in spazi più grandi e commerciali. Purtroppo la politica italiana, le istituzioni, i nostri legislatori stanno invece agendo in senso opposto, rendendo a queste piccole ma preziose realtà, la vita sempre più difficile e spesso decretandone, mai come in questi ultimi tempi, la chiusura. Ma un paese che non offre una pluralità di proposte e di visioni è un paese povero e asfittico, e senza futuro. Del resto, e di questo sono ormai tristemente convinto, la Cultura in Italia sembra spaventare più che assumere il valore di un bene prezioso su cui investire.  

TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA

Tel. 06.45448982 – 06.45470031 - info@teatrodeiconciatori.it - http://www.teatrodeiconciatori.it/

TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00  + tessera obbligatoria di 2 €

ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00

RIDUZIONI PER I LETTORI DI PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO, MEDIA&SIPARIO

                                


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