Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.
Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.
Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.
“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.
Ciò su cui voglio invece soffermarmi è un elemento diverso: dobbiamo tornare alla normalità. Ma quale normalità? Non certo quella pre-pandemia, per carità! Era per caso normale vivere in un sistema come quello italiano, che da 12 anni con la scusa della “crisi economica mondiale” ha abbattuto i diritti civili, scardinato le garanzie umane e che ha illimitatamente regalato, di contro, potere e ricchezza a chi ha avuto l’ambizione di raggiungerli a ogni costo? No, non era da considerare “normalità”.
L’Italia appare essere, da anni, un enorme laboratorio sperimentale. Avete presente la bollitura delle rane? Solo che le rane sono gli italiani, e molti di essi – purtroppo – si gettano volontariamente nel pentolone pieno d’acqua calda, posto sul fornello acceso, in attesa della lobotomizzazione.
Devo fornire qualche dato, per far iniziare a comprendere cosa stia accadendo nella realtà dei fatti. L’Iss – Istituto Superiore della Sanità - tiene il conto metodico delle persone colpite da influenza, ma anche del numero dei decessi, e il conteggio parte sempre dalla 42ma settimana dell’anno, che corrisponde alla metà di ottobre, l’avvento della stagione fredda in Italia. Attenzione però: il dato sui decessi lo chiarirò tra poco.
Chiarisco alcuni punti:
- questa petizione NON è contro tutto ciò che il governo Conte sta attuando per arginare gli effetti disastrosi della pandemia mondiale, ma solo contro alcune misure che VANNO RIPENSATE
- Io stessa sono in AUTOISOLAMENTO DAL 9 MARZO: sono uscita solo 4 volte per recarmi in farmacia, adeguatamente protetta da guanti e mascherina, e a piedi, il tempo di andare e tornare
- Ho una protesi d'anca in titanio e la totale ricostruzione del bacino a sinistra: la circonferenza della mia gamba sinistra, a causa della mancata attività fisica ha già perso oltre 2 cm (Capita a chi ha subito interventi gravi come il mio) MALGRADO QUESTO: #IORESTOACASA
(Dedicato a tutti coloro che su Twitter hanno iniziato a ingiuriarmi e oltraggiarmi per questa mia petizione)
Il premier Giuseppe Conte, consapevole ben prima del 31 gennaio della situazione di emergenza sanitaria, perdeva tempo e dichiarava placidamente che potevamo stare tranquilli, facendo così diffondere a macchia d’olio una situazione pandemica dai contorni aberranti, nelle stesse ore si preoccupava di cautelare la propria incolumità e quella dei colleghi politici.
Questo periodo è da tutti considerato terribile, non solo per gli effetti devastanti sulla salute e la vita ma anche per l'obbligo di quarantena, per la chiusura di tutte le attività, delle industrie, per la perdita dei posti di lavoro e, più in generale, per l'economia Prendiamo però anche le parti positive: la rinascita. Che sarà possibile solo a patto che ognuno di noi prenda questo periodo come una grande opportunità di cambiamento in meglio Io ci credo, credeteci anche voi... Per chi non ha paura, e per chi ne ha troppa. Emilia Urso Anfuso
Invece di tentare di non far crollare il tessuto economico della nazione, si potevano scegliere due strade: la prima, aprire cantieri. Il virus non è un meteorite microscopico che si abbatte dal cielo e colpisce chi sta all’aria aperta. Si doveva, e poteva, sfruttare il momento e quindi la mancanza, anche, di circolazione di vetture nelle strade, per mettere finalmente a posto la nazione, programmando un decreto ad hoc per favorire le imprese del settore – a livello fiscale – e i lavoratori, con contratti sviluppati appositamente.
Chiedetevi se versereste un euro in un grande salvadanaio, gestito in maniera trasparente da tutta la collettività, con gli stessi cittadini a garanzia dei fondi a livello territoriale, cittadini che - per ovvie ragioni di trasparenza - devono cambiare costantemente e in tempi brevissimi.
Cosa sta succedendo e perché? Quale motivo si nasconde dietro al fatto che certi materiali circolino liberamente sui social network? La Polizia Postale, come sappiamo, è oberata di richieste, non si può quindi additare come “colpevole” (come fanno in molti sui social) anche perché si muove dietro denuncia e segnalazione, come è giusto che sia.
La notizia è questa: la Regione Veneto, ha stretto un accordo con Grafica Veneta per la distribuzione gratuita di 250.000 mascherine a chi acquista i quotidiani del Gruppo Gedi (lo stesso di Repubblica, per intenderci). Col giornale acquistato, si riceve una confezione di 5 mascherine o meglio, di 5 “schermi protettivi”.
Abbiamo dovuto apprendere che, mentre per gli italiani ci sono – manco a dirlo – pochi denari, e che per chiedere un bonus si rischia di vedere i propri dati sensibilissimi alla mercé di tutti, il governo nazionale distribuisce milioni alla Tunisia e alla Bolivia: esattamente 71 milioni di euro...
Nel video pubblicato da Repubblica il racconto di quanto è avvenuto ieri, 1 Aprile 2020, quando i cittadini hanno tentato di accedere al sito INPS per chiedere il bonus di 600 euro. Una situazione grave e paradossale, subito "scusata" dalle istituzione come "attacco hacker": tra attacco hacker e mala gestione di una situazione di questo genere ce ne passa.
In questo periodo oscuro, in cui tutto e il contrario di tutto sta accadendo, i bambini non devono essere tenuti all'oscuro di quanto sta succedendo. Cosa fare? Come spiegare loro cosa sia il Coronavirus?
Un messaggio audio del nostro direttore responsabile, Emilia Urso Anfuso, per riflettere insieme sul periodo storico in cui ci sta capitando di vivere.
Un virus può sanare tante cose, rimettere in equilibrio le interconnessioni internazionali, i mercati azionari, il rischio di rivoluzioni dovute alle troppe strategie politiche ed economiche vessatorie, al clima impazzito per mille cause diverse, alla scarsità delle risorse fondamentali, che mettono in crisi il futuro di tutti.
Il governo conferma lo stato di emergenza sanitaria con un decreto varato il 31 Gennaio, ma da fine gennaio a oggi si è mosso a passo di lumaca per mettere in stato di sicurezza la popolazione. Nel video che trovate in questo editoriale, potrete sentire la voce del premier Conte, che consiglia ai cittadini di "Condurre una vita normale". Era il 2 Febbraio. Due giorno dopo il varo del decreto in cui viene stabilito lo stato di emergenza sanitaria.