Recensione: 'Parzialmente stremate' - Teatro della Cometa - dal 3 al 20 Dicembre
Fresca e divertente “Parzialmente Stremate”, la commedia in un atto in scena a Roma, Teatro della Cometa, dal 3 al 20 dicembre 2015.
Complice la struttura “petit” ed estremamente accogliente del teatro, le quattro protagoniste sembrano voler coinvolgere anche il pubblico nelle loro “sclerate” battute e reciproche frecciate al vetriolo. Quattro amiche storiche, fondamentalmente unite da affetto, che si ritrovano a confrontare a vicenda le proprie vite proprio nel giorno in cui una di esse, vestita da sposa e in procinto di recarsi a celebrare il proprio matrimonio, viene colpita da un folgorante ripensamento e decide di fare marcia indietro, preda di una crisi di panico che le fornisce una lente distorta attraverso la quale analizza venti anni di convivenza con il suo uomo e una figlia ormai grande in comune. L’unione è dissezionata e i frammenti che restano sono unicamente ricordi sgradevoli o banali della loro vita a due che la protagonista continua ad enumerare per autoconvincersi della giustezza della sua decisione.
Le esperienze di vita e quelle sentimentali delle quattro donne si intrecciano portando in superficie tante scomode verità e piccole meschinità, desideri di figli, stanchezza dei figli, bigottismo, mai confessati in tanti anni di amicizia. Ma ciò che emerge, a dispetto dell‘amor proprio di ognuna è una intima e profonda sensazione di generale insoddisfazione per la vita di coppia, dove la sessualità, così universalmente spiattellata oggi come sicura equazione di piacere, viene ridimensionata dalle quattro donne in base alle loro esperienze individuali, e messa magari anche in secondo piano rispetto ad una corroborante e prolungata dormita.
Curiosa la scelta dei nomi delle protagoniste: Mirella, Elvira, Marisa, Silvana, così fuori moda ed in contrasto con le caratteristiche dei ruoli decisamente attuali rivestite dalle quattro attrici. Ma forse non casuale; donne di ieri, donne di oggi.
Le loro fragilità sono quelle di noi tutte, condannate a dover giocare in più ruoli e a farli funzionare, più o meno bene, tutti. A tentare di armonizzarli, per quanto isterica la vita possa poi diventare.
Scritto da Giulia Ricciardi, il pezzo è diretto da un uomo, Michele La Ginestra.
Creatività femminile ed organizzazione maschile, vecchio adagio. Ma che non manca di assicurare allo spettatore ottanta piacevoli minuti e parecchie riflessioni intelligenti.
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