Tragico epilogo di quella che sarebbe stata un furto in casa. Due coniugi sono stati ritrovati morti nella propria abitazione, lui sgozzato in casa, lei al di fuori, forse lanciata dal balcone. La scoperta quasi per caso, durante i controlli continui all'ingresso del Cara di Mineo, nel catanese, il più grande centro d'accoglienza d'Europa. All'ingresso del Cara, la Polizia di Stato ha fatto dei controlli su un uomo originario della Costa d'Avorio che aveva con se un borsone con cellulare, computer e videocamera, ma, soprattutto, aveva della macchie di sangue sulla camicia.

A questo punto gli agenti hanno avvertito i Carabinieri che sono andati a casa del proprietario del cellulare che risiede a Palagonia, per accertamenti e invece, hanno fatto una tragica scoperta. Hanno trovato i due coniugi morti, Vincenzo Solano 68 anni e sua moglie, Mercedes settantenne di origine spagnola, che vivevano in una villa a tre elevazioni. Secondo il racconto dei vicini, i due coniugi erano rientrati dalla Germania una decina d'anni fa, dopo anni di lavoro nel paese tedesco. I due erano conosciuti in paese come una famiglia tranquilla.

Il giovane venticinquenne ivoriano è stato accusato di ricettazione del materiale rubato, ma le indagini continuano, alla ricerca dell'assassino o degli assassini che sono entrati in casa dei coniugi Solano per rubare e hanno commesso una strage. Il giovane fermato ha negato il suo coinvolgimento nel furto, affermando che ha trovato il borsone per strada.

Ma nel centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo, la situazione si fa dura. All'interno ci sono diverse migliaia di ospiti, anche se i controlli della polizia di Stato sono attivi 24 ore su 24 e si verificano al varco del Cara. Da anni la popolazione si batte contro il centro perchè troppo affollato, ma il Cara non è preso di mira solo dai cittadini, è anche al centro di molte indagini giudiziarie, tra cui quella che invade Roma Capitale.