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Macedonia, aperta la frontiera 8mila profughi in transito
Continua il grande esodo che dalla Grecia sta portando profughi siriani in Macedonia. Da qui i fuggiaschi cercano di superare la Serbia e arrivare quindi in Ungheria. Un esodo che non si ferma nemmeno dopo le disposizioni delle autorità che alcuni giorni avevano anche tentato di chiudere le frontiere respingendo i migranti con il filo spinato, con granate stordenti e manganelli. Ma la forza della disperazione, il desiderio di vivere in un paese in pace, ha portato i profughi a combattere per riuscire a superare le restrizioni.
Alla fine le donne e i bambini, gli anziani, le famiglie, hanno sfondato la barriera e passato la frontiera. A Preservo, nel sud della Serbia, nel centro di accoglienza allestito per accogliere i profughi, sono arrivati almeno ottomila persone. A riferirlo con dati alla mano, il presidente di zona della Croce rossa, Ahmet Halimi. La Macedonia, infatti, è solo un luogo di passaggio, come lo è la Serbia, anche se le frontiere non riescono a fronteggiare un così gran numero di persone. Nel centro di Presevo la notte è passata cercando di identificare tutte le persone arrivate, mentre altre duemila persone sono state indirizzate in un altro centro di accoglienza nel villaggio si Miratovac, vicino a Presevo.
Nei giorni scorsi vari incontri fra le autorità greche, macedoni, serbe, hanno impedito che le frontiere venissero chiuse, ma anche gli aiuti che vengono dati ai profughi, cominciano a scarseggiare. Intorno alle frontiere e nei campi di accoglienza operano i medici di Senza Frontiere, che offrono assistenza medica, ma anche molte altre associazioni che somministrano cibo e acqua. Secondo le autorità, in questo periodo di grande esodo, le risorse non sono sufficienti a garantire, a lungo, la distribuzioni di generi di prima necessità.
La meta di moltissimi è l'Ungheria, un paese che in queste ore sta ultimando, a protezione dei confini, un muro alto quattro metri, fatto di ferro spinato e lamette, per impedire ai profughi di passare e fermarsi nel paese, o di andare oltre.
Anche in Italia continuano a giungere carrette del mare cariche di profughi, stipati nelle stive o sui gommoni, che attraversano le acque del Mediterraneo, in questi giorni calmo, sperando che non si rovescino a causa dell'enorme peso che trasportano. Nel Canale di Sicilia la Guardia Costiera ha coordinato diverse operazioni di soccorso.
Circa 4400 migranti sono stati tratti in salvo dopo aver lanciato un messaggio di aiuto, in 22 operazioni. Tutti viaggiavano su gommoni o barconi in difficoltà, carichi fino all'inverosimile. Nelle operazioni, oltre alle navi italiane hanno partecipato anche la nave norvegese Siem Pilot e quella irlandese Niamh entrambe inserite nel dispositivo Triton, ma anche la nave Enterprise facente parte dell'operazione Eunavfor Med.
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