Ci sarebbe un morto e un ferito nell'aggressione ad un gommone carico di migranti, da parte di una motovedetta libica. A raccontare come sono andare le cose, il sopravvissuto all'aggressione, ricoverato all'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove è stato ascoltato dal procuratore di Agrigento Renato Di Natale.

Secondo quando affermato dall'uomo, lui, insieme ad altri 120-130 migranti, era partito dalle coste libiche in direzione dell'Italia. Erano ancora al largo delle coste libiche quando il natante sul quale viaggiavano, è stato avvicinato da una motovedetta libica. Immediato l'abbordaggio a scopo di rapina. Secondo quando raccontato dallo stesso migrante, i componenti della motovedetta, hanno cercato di derubare i migranti, i quali si sono opposti. A questo punto gli uomini della motovedetta avrebbero aperto il fuoco contro i migranti, uccidendone uno e ferendone un secondo.

Il ferito è stato trasportato trasferito in elicottero sull'isola di Lampedusa e successivamente all'ospedale di Agrigento. L'uomo non è in pericolo di vita, la pallottola ha ferito solo il polpaccio, ma tanta è stata la paura di finire come il suo compagno di viaggio. Nessuna traccia, invece, dell'uomo che sarebbe stato colpito a morte. Sul gommone non è presente alcun corpo, ma non si esclude che il corpo senza vita, sia caduto in mare.

La ricostruzione dei fatti è al vaglio degli inquirenti, ma per adesso i reati ipotizzati sono solo quelli di tentato omicidio. Le indagini, coordinate da Di Natale e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, sono eseguite dalla squadra mobile di Agrigento. L'uomo ricoverato in ospedale, sarebbe un cittadino del Gambia, trentaduenne.

Intanto la guardia costiera libica ha negato che i suoi uomini o militari della Marina, abbiano sparato al gommone e quindi contro i clandestini. La smentita arriva immediatamente dopo le accuse del migrante.

Gli inquirenti sperano di far luce sulla vicenda dopo che avranno sottoposto a interrogatorio tutti gli occupanti del gommone.