Studente morto a Milano, non era ubriaco
Continua ad essere un giallo la tragica scomparsa di Domenico Maurantonio, il diciannovenne morto a Milano durante una gita con i compagni di classe, volato dal quinto piano dell'albergo. Dai primi risultati dei test tossicologici preliminari, il tasso alcolemico presente nel sangue del giovane non era così alto da causare una perdita di coscienza. Il giovane, infatti, secondo quando si apprende dal Corriere della Sera e da il Gazzettino, era pari a un grammo per litro, abbastanza da impedirgli di guidare, ma non troppo per rischiare di perdere conoscenza e cadere nel vuoto.
Con questi risultati prende sempre più piega l'ipotesi di una bravata, di uno scherzo finito male tra compagni di classe.
Ancora ieri si è appreso che il giovane, quando è stato ritrovato, non indossava indumenti intimi, i quali sono stati ritrovati insieme ai pantaloncini, come se qualcuno li avesse lanciati giù dalla finestra. Gli indumenti sono stati trovati insieme al cadavere da un imbianchino la mattina del 10 maggio, intorno alle 8.00 e secondo le prime ricostruzioni, il giovane sarebbe caduto tra le 5.30 e le 7.00 di quel mattino.
Gli investigatori della squadra mobile, guidati dal pm Claudio Gittardi, stanno aspettando gli esiti degli approfondimenti medico - legali, tossicologici e genetici, anche se ormai sembra chiaro che la caduta non è stata accidentale, visto che il parapetto della finestra è di circa un metro e 10 cm. Quindi il giovane si sarebbe sporto volontariamente o con l'aiuto di qualcuno. Altri dati certi sono i segni di ecchimosi sul braccio dello stesso, la serata trascorsa a bere alcol, non solo birra, ma anche superalcolici, il ritrovamento di feci nel corridoio e il fatto che lo stesso giovane si fosse sporcato prima di volare giù, sono elementi che portano a sospettare di una serata tra amici finita male.
Ad essere ancora sotto interrogatorio, i compagni di Domenico, che anno dato una serie di dettagli, che, in alcuni passaggi, sono incongruenti e quindi ancora sotto stretta osservazione degli inquirenti che cercano di trovare una spiegazione alla morte del giovane.
Dalle indagini è anche emerso che il messaggio apparso su Whatsapp non è attendibile, perchè basato su dicerie e non scritto da un testimone diretto, anche se la persona che ha scritto il messaggio è un frequentatore abituale dell'albergo.
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