Intervista con Daniele Salvo, attore e regista
Abbiamo intervistato Daniele Salvo, attore, regista vincitore del premio "Villarosa 2007" per la regia di "Giulio Cesare" di William Shakespeare andato in scena al Globe Theatre e del premio "Persefone" Teatro in televisione per "Un volto che ci somiglia - Viaggio nella Costituzione Italiana" ("Palcoscenico" Rai 2).
Salvo in questi giorni è stato presente al teatro Vascello in veste di regista con lo spettacolo dedicato a Pierpaolo Pasolini "Siamo tutti in pericolo l'ultima intervista di Pierpaolo Pasolini" in cui viene narrata l'ultima intervista del noto scrittore, giornalista, regista scomparso tragicamente il 5 marzo del 1975.
Obiettivo dello spettacolo è quello di portare una sintesi del pensiero di Pasolini, compito difficile, vista la grande quantità di nozioni e pensieri che l'autore ci ha lasciato. Un impegno che Salvo si è prefissato, visto che il pensiero di Pasolini è un "pensiero che dava scandalo, un candore che dava scandalo" e che lui, a differenza dei tanti giornalisti e scrittore dell'epoca, non si era asservito a nessuno. Non a caso, all'inizio dello spettacolo, viene presentato un ragazzo, fermo sulla scena, totalmente nudo, per rappresentare che la scrittura di Pasolini è fatta di carne. La figura serve anche a impersonare l'ombra di un vissuto di Pasolini che era un grande uomo di pensiero, ma anche un uomo che dopo aver scritto liriche, pensieri, ed altro, ricercava la compagnia di ragazzi di strada. "Viveva continuamente questo conflitto interiore, fra purezza e scendere all'inferno per ritrovare un'altra purezza" è ciò che viene fuori dal pensiero e dalle stesse parole di Pasolini, una condizione che il regista ha voluto portare anche sulla scena. Preparare uno spettacolo così intenso e attuale ha comportato da parte del regista lo sforzo di ricerca di un'attinenza tra l'attore e il suo personaggio, in modo da trasmettere, successivamente, le emozioni al pubblico che ascolta il racconto.
Insieme allo spettacolo "Siamo tutti in pericolo" Daniele Salvo ha anche allestito un laboratorio per attori under 35 il cui testo è lo stesso con il quale si era diplomato con Luca Ronconi nel 1992, dopo uno studio sull'autore durato per un intero anno, cioè "Pirade" dello stesso Pasolini. Questo lavoro lo ha portato ad entrare "in comunione con quel mondo e con quelle cose che lui (cioè Pasolini) diceva". Un impegno riscontrato anche dai giovani che si sono entusiasmati nel lavoro e per la scrittura dello stesso Pasolini.
Con Daniele Salvo abbiamo parlato un po' delle sue esperienze professionali, soffermandoci sul rapporto di lavoro e amicizia che ha avuto con Luca Ronconi, il grande regista scomparso da poco. Gli abbiamo chiesto che cosa gli ha lasciato Ronconi durante questi 15 anni passati a lavorare insieme. Nella risposta di Salvo si sente l'emozione di un amico "penso a Luca tutti i giorni" ha confidato lui, dicendo che il regista gli ha lasciato "un grande affetto perchè era certamente un amico caro", aggiungendo che "artisticamente" gli ha lasciato "la capacità di decodificare i testi, cioè di leggere i testi" spiegando che Ronconi, oltre ad essere un regista era uno scienziato, un filosofo del linguaggio,.
Negli anni passati accanto a Ronconi, Salvo ha studiato continuamente cercando di apprendere e fare propria la capacità di leggere all'interno del testo. Un lavoro che il regista fa per evitare di sovrapporre le sue idee personali al testo cercando, invece, di entrare nel mondo dell'autore per esprimere i pensieri di chi ha scritto l'opera.
Fra i tanti attori, registi con i quali Daniele Salvo a lavorato e che gli hanno lasciato qualcosa, Daniele ne ha citati tanti, italiani e stranieri. A noi piace ricordare Giorgio Albertazzi, che, secondo la sua descrizione, è un attore che si mette a disposizione con umiltà, del regista di cui si fida, naturalmente, ma che non soffre di manie di protagonismo come può accadere con alcuni giovani attori. Ha poi specificato, che ogni artista, maestro con cui si viene a contatto, alla fine lascia qualcosa di se.
Un po' d'interesse lo abbiamo espresso anche per gli altri paesi e Salvo ci ha detto che ama prevalentemente autori russi, ma Shakespeare occupa uno spazio particolare nel mondo dell'arte, perchè è un autore che resta attuale e fondamentale. Non a caso in altri paesi, quali Germania, Francia, Inghilterra l'autore viene rappresentato in tutte le sue opere.
Passando a parlare di attori e delle nuove leve, Salvo ha sottolineato l'importanza di un attore di mettere da parte le proprie preoccupazioni per entrare nel lavoro del regista e quindi nel testo. "La formazione dell'attore andrebbe aggiornata" ci ha detto il regista, "gli attori americani fanno un lavoro molto più aperto del nostro" in Italia, invece, le scuole sono settoriali. In America, ma anche in Russia e in altri paesi, un attore fa una preparazione completa, diventando un artista completo, da noi, invece, le scuole, anche le migliori, danno un obiettivo sempre specifico e settoriale. Ciò può penalizzare molto l'attore, che spesso non è pronto e preparato per i casting o per muovere i passi in più settori.
Una persona attiva come Daniele Salvo, ha, naturalmente, tante cose in cantiere. Lui ce ne ha citate alcune, a noi piace ricordare un progetto shakespeariano con Gigi Proietti sperando di vederlo realizzato, per motivi personali e anche per la grande rilevanza che l'autore inglese ha a livello artistico.
Che cosa augurare a un artista come Daniele Salvo in attesa di vedere i suoi progetti? Semplicemente buon lavoro!
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