Greta e Vanessa finalmente libere
Sono libere Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due ragazze italiane rapite in Siria mentre collaboravano con una associazione umanitaria. La notizia, filtrata prima sui social network, è stata confermata da un messaggio apparso sul profilo Twitter di Palazzo Chigi alle 18.19 "Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono libere, torneranno presto in Italia". Secondo quanto appreso dalla fonte di Beirut, le due ragazze hanno viaggiato nel pomeriggio verso la Turchia, da dove, a bordo di un aereo, sono partite alla volta di Roma.
Le due giovani volontarie giungeranno in Italia in nottata accolte dal Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni. Greta e Vanessa, 20 e21 anni, erano state rapite a fine luglio nel nord della Siria, nei pressi di Aleppo. A tenerle prigioniere in quest'ultimo periodo il Fronte al Nusra, la branca siriana si Al Qaida, che, secondo indiscrezioni non confermate, avrebbe ricevuto un riscatto di 12 milioni di euro per lasciar andare le due prigioniere italiane. La notizia resa dalla Farnesina, ha anticipato di poco tempo la tv Al Mubasher della televisione panaraba Al Jazira.
Appena ricevuta la notizia, è stata il ministro Maria Elena Boschi a dare l'annuncio alla Camera, che è scoppiata in un applauso liberatorio. È stato il presidente del senato Pietro Grasso, facente le veci del Presidente della Repubblica, congratularsi per l'ottimo lavoro svolto dal Governo, Unità di Crisi della Farnesina e Servizi di Informazione e Sicurezza.
Felicissime anche le famiglie delle due giovani che hanno atteso questo momento da quando le due sono sparite dalla casa che le ospitava. Lo stesso hanno fatto i paesi dove le risiedono le famiglie, facendo risuonare le campane a festa. Anche Matteo Renzi ha voluto partecipare al successo dell'operazione personalmente, telefonando alle famiglie che si sono prodigate in questi mesi di ansia e attesa, con la continua minaccia che pendeva sulla loro vita.
Alla gioia per la liberazione di Vanessa e Greta, si contrappone quella riguardante il pagamento del riscatto, che ha fatto infuriare Matteo Salvini: "Sarebbe uno schifo!" avrebbe detto il leader della Lega Nord.
La liberazione delle due giovani, segue la pubblicazione di un video, su YouTube, a dicembre, che mostrava le due ragazze chiuse in un abito nero, con il viso scoperto e che pregavano i responsabili italiani di pagare quanto richiesto perchè la loro vita era legata proprio al riscatto richiesto. Sicuramente tutto verrà chiarito una volta giunti in Italia. Sul sequestro delle due volontarie, infatti, circolano molte storie, ma saranno i fatti e i racconti che le due rilasceranno al giudice titolare dell'inchiesta.
Nelle mani dei sequestratori internazionali, restano ancora due persone: il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto e il gesuita romano padre Paolo Dall'Oglio.
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