Nuova accusa contro il deputato PD Marco di Stefano: una Laurea in Scienze Giuridiche pagata ben 12.000 euro con denaro della Regione Lazio. I magistrati della Procura di Roma, ipotizzano il reato di corruzione.

Di Stefano è sotto inchiesta per il pagamento di una tangente di circa 2mln di euro erogata da Antonio e Daniele Pulcini, due imprenditori del settore immobiliare. Ma si parla anche dell'omicidio di un amico e collaboratore di Di Stefano, Alfredo Guagnelli.

L'inchiesta però si allarga e si giunge all'ipotesi di ricatto che Di Stefano avrebbe perpetrato ai danni di alcuni politici del PD, per cui sarebbero stati preparati alcuni dossier. 

Di Stefano sarà interrogato il prossimo Martedi e dovrà spiegare ai magistrati molte cose. Come ad esempio molti punti oscuri sulla società "Lazio Service" una controllata della Regione, per cui tra il 2008 e il 2010, quando Di Stefano ricopriva il ruolo di assessore al Patrimonio della Regione Lazio, ha fatto si che la società affittasse due immobili ai fratelli Pulcini per l'enorme somma di 3 milioni e 725mila euro, con la complicità della sua compagna, Claudia Aironi, all'epoca direttore amministrativo dell'impresa. 

Un contratto fasullo che servì ai proprietari ad aumentare il valore degli immobili per poi poter speculare nel momento della vendita degli stessi. Cosa che di fatto avvenne: l'acquisto avvenne da parte dell'ENPAM

Di Stefano dovrà anche chiarire alcuni punti dei suoi rapporti con Guagnelli, che dall'affare immobiliare intascò una mazzetta di 300.000 euro

In ultimo, si aggiunge la storiaccia della Laurea comprata, nel periodo peraltro in cui era stato nominato assessore all'Istruzione. Quattro mesi per ottenere il "pezzo di carta" con una mazzetta al rettore di 12.000 euro, interamente addebitati alla Regione Lazio. Strano però che nel curriculum inserito sul sito della Camera, nella scheda di Di Stefano appaia un "Diploma di Liceo Scientifico" e non il titolo accademico.