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Pompei, i Politici italiani non amano la Cultura

Pompei, i Politici italiani non amano la Cultura

Autore: Teresa Corrado - Redazione Attualita'
Data: 06/11/2014 13:28:40

"A Pompei seconda mattina di assemblea e ancora turisti davanti ai cancelli chiusi. Un danno incalcolabile per l'immagine dell'Italia intera" a dirlo attraverso Twitter il ministro dei Beni Culturali e il Turismo Dario Franceschini.

A questo punto mi parrebbe di dire al Ministro alcune cose. Sicuramente i lavoratori in sciopero e quindi in assemblea, hanno il diritto di bloccare e creare disagio, lo sciopero serve a questo, non a farsi due passi in giro per la città. Secondo, come possiamo rovinare l’immagine della nostra bella Italia, se siete stati proprio voi politici che lo avete fatto in questi anni, dichiarando ai quattro venti che la cultura non fa mangiare nessuno, che la cultura è sopravalutata e che bisognava tagliare proprio in quel campo. Cose che, in realtà, avete fatto benissimo.

Avete chiuso e tagliato sulla cultura, avete rubato i soldi che anche l’Europa aveva stanziato per mettere in sicurezza l’unico sito in grado di portare, nelle tasche dello Stato, soldi da tutte le parti del mondo, appunto Pompei.

Gli scavi di Pompei non vi interessano e non li seguite, tranne quando a causa del maltempo e per incuria, avvengono crolli che spaventano chi ha investito in quei beni, l’Europa, voi pochissimo.

Per anni, dei siti archeologici, degli scavi, dei musei, così ricchi di reperti, luoghi di attrattiva, non vi è importato, non hanno avuto la vostra attenzione e, quando avete elargito qualcosa, ve la siete divisa prima che qualcuno potesse fare per quelle meraviglie qualcosa di importante.

Da piccola sono stata accompagnata alcune volte con la scuola o con la famiglia in giro per quelle meraviglie che amo immensamente, eppure non ho mai visto guardiani, non ho visto nemmeno cestini per buttare la carta, nessuno che controllava un bene così prezioso.

Pompei è una città nella città, così ben tenuta che quando sono andata a visitare i Fori imperiali di Roma, ci sono rimasta male, lì c’erano solo delle pietre, Pompei possiede case e vie ancora ben conservate e messe a disposizione di chi ama l’arte.

Sottolineo l’arte perché è importante questa parola. Voi avete e state distruggendo la nostra arte, per rincorrere il sogno del denaro facile, del benessere, abbandonando quello della civiltà. Avete provato a eliminare del tutto addirittura l’insegnamento e l’amore per l’arte italiana, uccidendola all’interno delle scuole, eliminando la Storia dell’arte, che di fatto, è la storia del nostro paese, è il bene più prezioso che abbiamo e invece di educare i giovani a curare, migliorare, amare e lavorare per l’arte, l’avete distrutta in un attimo.

Vi meravigliate che la gente si indigni e protesti perché continuate a distruggere le risorse vere che abbiamo a discapito di aziende nelle quali partecipate con utili e interventi, a discapito di chi il lavoro lo vuole conservare donando anche introiti allo Stato stesso.

Mi spiace, ma le parole che usate vi si ritorcono contro, per il solo fatto di aver abbandonato l’arte, mentre continuate a farlo convinti che la vostra scelta di non ascoltare chi in quei posti ci lavora, eliminando le trattative.

La nostra si chiama ancora Repubblica Italiana, se la volete trasformare in dittatura, non lamentatevi che la gente si ribelli. Il lavoro è un bene prezioso, le risorse artistiche italiane sono un bene ancora più prezioso perché non solo danno lavoro, ma offrono anche l’opportunità di far provare piacere, di conoscere la storia, di essere ammirati per le magnificenze della nostra cultura, che voi, invece, avete denigrato.

Non si meravigli, signor Ministro, se ci sembrano parole vuote le vostre, non potete cambiare bandiera a vostro piacimento ad ogni notizia. 


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