Entra lentamente, si muove senza intoppi, impassibile, ieratico, come una statua montata su scarpe da ginnastica, con la pelle d'alabastro e questo taglio di capelli come un prato che lo fanno sembrare un console romano. I
“Abusivi? Il mio prossimo è quello in difficoltà, questo è il Vangelo. Critiche? Non mi interessano, se qualcuno ha bisogno di aiuto mi comporto come ogni medico che giura di salvare una persona”.
Monsignor Angelo Comastri, Arciprete della Basilica ha commentato: "L'illuminazione intelligente risponde perfettamente alle esigene di culto, preghiera e celebrazione in particolare quando è presente il Santo Padre. Ma abbiamo raggiunto anche un altro scopo: la possibilità di ammirare la bellezza architettonica della Basilica".
"Il futuro non sarà migliore se ci difenderemo alzando steccati o prendendo impronte, ma se saremo capaci di integrazione e di condivisione. Questo il vero progresso, non quello che ci fa diventare sempre più meschini, chiusi o impauriti".
Un viaggio diverso da tutti gli altri questo intrapreso ieri da Papa Francesco. Più raccolto, intimo, in perfetta corrispondenza di un pellegrinaggio quale appunto è. Un viaggio in due tappe: Bozzolo e Barbiana
Da buon sacerdote, sempre accanto agli ultimi, in perfetta sintonia con Francesco, il monsignore è andato oltre. E dopo aver abbandonato la scrivania, ha lasciato anche la sua abitazione per donarla ad una famiglia di profughi giunti dalla Siria con una bimba nata da poco: “Io dormo in ufficio, a loro serve” , si è quasi scusato l’arcivescovo nel giustificare il suo gesto.
«Mi sono vergognato del nome di una bomba, l'hanno chiamata "la madre di tutte le bombe", ma guarda, la mamma dà la vita e questa dà la morte, e diciamo "mamma" a quell'apparecchio, che cosa sta succedendo?»
Durante il volo di ritorno dal Cairo, il diciottesimo viaggio all'estero dall'inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha rilasciato alcune dichiarazioni su vari temi, come ad esempio quello relativo al timore dello scoppio di una guerra mondiale
A tutti era chiaro - pur non avendo prove certe – che tra la camorra propriamente detta e il mondo dell’ imprenditoria e della politica c’ era una intesa, un accordo. Tutti sapevano che per sopravvivere in una terra dove il lavoro è sempre stato tiranno, occorreva, in qualche modo, fare riferimento ai camorristi. A questa gente indifesa e impaurita veniva chiesto di farsi avanti, parlare, denunciare.
Giuseppe Fabozzi veva raggiunto la maggiore età Giovedi Santo, ma la festa era stata programmata per Lunedì in Albis.