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Formula 1, Rosberg principe di Monaco
Nico Rosberg trionfa nel gp di Montecarlo e alla sesta prova torna in testa ad un mondiale di formula 1 2014 sempre più targato Mercedes. Secondo il compagno di squadra Hamilton, la Red Bull di Ricciardo chiude il podio. Quarto posto per la Ferrari di Alonso, mai particolarmente competitivo ma autore di una gara se non altro priva di sbavature, a differenza di Raikkonen che dopo aver cullato il sogno terzo posto per metà gara chiude dodicesimo, fuori dalla zona punti. Subito un ritiro invece per il campione in carica Vettel.
Nonostante le prime tre posizioni siano le stesse della griglia di partenza, la corsa non ha avuto un andamento lineare. Al via bene Raikkonen, che da sesto scavalca Alonso e Ricciardo e punta Vettel. Ma è subito la safety car ad essere protagonista, una costante di questo tracciato tanto affascinante quanto angusto. Button ha un contatto con Perez, il messicano ha la peggio ed è costretto al ritiro ma rimane ingombrante in pista. Vettel accusa subito un problema al cambio, rimanendo bloccato in prima marcia. I meccanici provano a farlo tornare in corsa, ma è inutile. Sarebbe stato comunque ultimo e doppiato dopo appena due giri.
A quel punto le due Mercedes prendono il largo, l’unico che avrebbe – forse – potuto tenere il ritmo è fuori gioco, Raikkonen fa quel che può ma è solo il primo degli “altri”. Succede poco o nulla, a testimoniarlo la regia internazionale che si sofferma al lungo sul sorpasso di Sutil a Chilton che vale il quindicesimo posto, per il resto tutto è congelato. Fino al giro 26, quando proprio Sutil ha un incidente e si torna sotto il regime controllato della safety car. Tranne Massa, tutti ne approfittano per effettuare la sosta, ma qualcosa va storto con le coperture di Raikkonen, costretto a rientrare per il cambio gomme una seconda volta e a perdere dieci posizioni.
A parte qualche scaramuccia per posizioni arretrate, là davanti è un discorso a due fra le Mercedes, con i distacchi che oscillano tra i 7 decimi ed il secondo e mezzo. Ma senza pit stop davanti per Hamilton la vita si fa dura su un circuito dove i sorpassi sono proibitivi. Il problema non si porrà più dal giro 67, quando l’anglo-caraibico inizia ad accusare problemi agli occhi che si ripercuotono pesantemente sui tempi. Rosberg si allontana, Ricciardo si fa minaccioso ma non riuscirà a trovare lo spunto per scalzare Hamilton dalla piazza d’onore.
Alle loro spalle, ma già doppiati, c’è bagarre per la quinta posizione, occupata da un Hulkenberg incalzato dalle McLaren di Magnussen e Button e poi da Raikkonen, risalito fino al nono posto. Ma nel tentativo di sorpasso verso il debuttante danese alla Parabolica, il più esperto finlandese finisce lungo, ripiombando così nelle retrovie. Hulkenberg chiude quinto, davanti a Button, Massa, il sorprendente ottavo Bianchi che porta i primi punti della storia alla scuderia Marussia, in competizione dal 2011, Grosejean e Magnussen, anch’egli penalizzato dal contatto con Raikkonen.
Continua dunque il dominio assoluto delle Mercedes, Rosberg primo in classifica vanta due primi e quattro secondi posti, Hamilton quattro primi, un secondo con la macchia di un ritiro in Australia che non gli consente di guidare la graduatoria piloti. La Red Bull si attesta come seconda forza, ma i progressi non sono rapidi quanto quelli della scuderia tedesca. Sulla Ferrari soliti discorsi da inizio anno, in un galleggiamento in un limbo che difficilmente può soddisfare dirigenza e tifosi.
Classifica piloti (prime posizioni):
Rosberg 122; Hamilton 118; Alonso 61; Ricciardo 54; Hulkenberg 47; Vettel 45; Bottas 34; Button 31
Classifica costruttori (prime posizioni):
Mercedes 240; Red Bull 99; Ferrari 78; Force India 67; Williams e McLaren 52
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