Donna seviziata e uccisa a Firenze, la pista porta ad un maniaco
I casi di donne seviziate e uccise, sui quali sta indagando la Procura di Firenze, sarebbero sei o sette. Da questa notizia, resa nota proprio dalla procura, si avverte la presenza di un maniaco, che in questi anni sta prendendo di mira la zona di Firenze.
L’ultimo caso quello del ritrovamento di lunedì, quando sotto ad uno dei cavalcavia della A1, nella zona di Ugnano, zona frequentata da prostitute, c’è stato l’ultimo ritrovamento. La donna di 26 anni rumena, era nuda e legata a una sbarra, come se fosse crocifissa.
Dalle prime ricostruzioni scientifiche, sembrerebbe che la donna sia stata legata e seviziata sessualmente, prima di essere abbandonata legata e nuda in quel modo e che la morte sia avvenuta successivamente mentre era da sola. Sarebbero state le ecchimosi sulle braccia e all’altezza dello scotch che avrebbero evidenziato l’inutile e disperato tentativo della donna di liberarsi da quella posizione Gli abiti della giovane sono stati ritrovati a circa un chilometro dalla zona in cui è stato rinvenuto il cadavere della stessa.
A ritrovarla un uomo che in mattinata era uscito per fare un giro in bicicletta, quando ha notato la donna e ha dato l’allarme.
Gli indizi che portano sulla pista di un maniaco, sono molti. In primis il fatto che una donna, l’anno scorso, sia stata ritrovata proprio in quel luogo e nelle medesime condizioni, con un fattore positivo per lei, visto che è stata ritrovata viva. Molte le analogie con altri casi, che ritornando indietro, di almeno dieci anni, portano a indizi e prove simili, se non uguali.
Uno di questi è il nastro adesivo utilizzato per immobilizzare la donna, del tutto simile a quello utilizzato per un altro o altri casi simili. Lo scotch è riconducibile, dalla scritta presente sullo stesso, all’ospedale universitario di Careggi, su di esso, infatti ci sarebbe la scritta dello stesso che ne indica la provenienza, anche se da un paio di mesi l’ospedale ha cambiato fornitore e quindi tipo di nastro adesivo. Lo stesso, però, è stato usato dal 2006 a un paio di mesi fa.
Gli investigatori si sono recati nell’azienda ospedaliera per ulteriori accertamenti, ma si tratta del più grande ospedale toscano, oltre al terso in Italia, che conta ben 6.000 addetti, oltre ad un traffico di utenti-pazienti superiori a 15.000 al giorno senza contare familiari e accompagnatori. Un bacino di persone enorme che aumenta con gli addetti delle ditte esterne. Inoltre essendo un nastro adesivo, è stato distribuito in tutti i reparti e utilizzato per le normali procedure in cui vengono utilizzati gli scotch, senza particolare attenzione per lo stesso.
È comunque uno degli indizi che vengono rilasciati dalla Procura, ma che sicuramente non è l’unico che possa ricondurre all’assassino. Si sa anche che ci sono degli identikit su cui la stessa procura sta lavorando, oltre a casi che coinvolgono le procure di Firenze e Prato, le quali uniranno i loro fascicoli e indagheranno insieme.
Tra i casi riconducibili al maniaco, anche uno attribuito al mostro di Firenze, avvenuto il 22 ottobre 1981, sempre in quello stesso luogo e che ebbe come vittime una coppietta di fidanzati, anche se l’aggressione più vecchia risale, per il momento, al 2006.
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