1 maggio scontri a Torino, sette feriti
Primo maggio di tensioni a Torino durante la manifestazione organizzata per festeggiare la festa dei lavoratori. La tensione esplode subito, non appena il corteo, intorno alle 9.30, comincia a sfilare.
A farla esplodere la presenza, nella parte finale del corteo, di una delegazione del Pd e con questa il senatore Stefano Esposito, favorevole alla Tav. Dinanzi a loro sfilano i comitati No Tav e gli antagonisti, che non appena si accorgono della presenza del senatore, cominciano ad opporvisi, invitandolo ad allontanarsi.
La tensione non cala nonostante le forze dell’ordine si frappongano fra i due gruppi ed evitino un primo contatto. Infatti gli antagonisti e i No Tav hanno tentato di forzare il cordone della polizia, ma le forze dell’ordine hanno risposto tenendoli distanziati dal corteo grazie all’utilizzo degli scudi.
Le cose non potevano che peggiorare e dopo un pezzo di strada fatto in tranquillità, la tensione è cresciuta quando, vicino a via Roma, al grido “fuori il Pd dal corteo”, gli antagonisti hanno cominciato a scontrarsi di nuovo con le forze di polizia, provando a venire in contatto con la parte finale del corteo.
Scontri e contatti si sono avuti anche in piazza Vittorio, dove un uomo è stato fermato per aver lanciato contro le forze dell’ordine alcune sedie. Il bilancio è di tre fermi, e sette agenti feriti.
Al corteo striscioni anche contro le forze di polizia per il caso Aldobrandini, soprattutto dopo che nei giorni scorsi gli stessi agenti sono stati applauditi dai colleghi nonostante la condanna ricevuta per la morte del giovane.
Ad essere contestati durante il corteo, anche la sentenza della Cassazione da parte dei familiari delle vittime della Thyssen, nel corteo per ricordare i sette operai morti nell’acciaieria torinese e per chiedere più tutela per i lavoratori. Ma non solo, contestati anche Chiamparino e l'ex presidente della Val di Susa Ferrentino, colpevoli di non aver fermato i lavori della Tav.
Le opposizioni non si fermeranno qui, perché gli autonomi hanno lanciato una mobilitazione internazionale per l’11 luglio, quando Renzi sarà a Torino per il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile.
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