Sciopero dei trasporti e manifestazioni mettono in tilt le citta' italiane
È partita la settimana più calda del mese di dicembre. Lunedì hanno scioperato in diverse città i trasporti pubblici, che si sono fermati per quattro ore. Disagi a Roma, dove il traffico è andato in tilt. Le auto dei pendolari e dei cittadini romani hanno invaso la città e c’è chi per raggiungere il posto di lavoro, o tornare a casa, per fare pochi chilometri, anche una trentina, ha impiegato anche due ore. Secondo le stime le adesioni allo sciopero sono state altissime in tutta Italia, da nord a sud.
Stesso disagio a Napoli, dove la Circumvesuviana, Sepsa e Matrocampania, sono rimaste completamente ferme, lasciando a terra tutti i viaggiatori, qui l’adesione è arrivata al 90%. Il traffico a Torino invece si ferma per 24 ore, per protestare contro la vendita del 49% di Gtt, il Gruppo Trasporto Torinese.
Disagi anche a Milano, dove oltre al trasporto pubblico, si sono aggiunti anche gli studenti che sono scesi in piazza. Ci sono stati dei tafferugli con le forze dell’ordine. Gli studenti sono riusciti a interrompere la seduta del Consiglio Regionale della Lombardia, con degli striscioni dalla tribuna del pubblico, protestando contro i tagli alla scuola pubblica e i soldi sovvenzionati a quella privata. Per sottolineare il dissanguamento della scuola i ragazzi hanno tinto di rosso la fontana di piazza Cairoli. Ma gli studenti non si sono fermati a questo, hanno anche scandito slogan contro Maroni e i Forconi, lanciando bottiglie con materiale colorante contro gli agenti in tenuta antisommossa.
Ma resta ancora Roma la città con la maggioranza di manifestazioni non solo in programma per questo lunedì, ma per tutta la settimana. In via del Corso hanno sfilato per alcuni minuti i lavoratori ex Lsu, che hanno raggiunto poi piazza Montecitorio, dove si sono fermati, convinti che ormai solo proteste che riescono ad avere una risonanza clamorosa, vengono prese in considerazione. Per questo i lavoratori provenienti da ogni parte d’Italia, dalla Sicilia al Piemonte, non escludono nemmeno un loro accampamento nella piazza. Il corteo ha sfilato al grido di “salario, diritti, lavoro”. In tutto sono un centinaio, ma chiedono l’intervento del Governo per evitare che ci siano migliaia di licenziamenti in tutta Italia.
E in settimana si aspettano ancora le manifestazioni in programma e quelle richieste dai Forconi che per il 18 dicembre si sono dati appuntamento nella capitale.
L'articolo ha ricevuto 1248 visualizzazioni