Berlusconi: depositata la sentenza di condanna sul caso Ruby
Depositate le motivazioni dei giudici contro la condanna di Silvio Berlusconi a sette anni di prigione e all’interdizione a vita dai pubblici uffici. I giudici di Milano sono stati chiari nell’esporre la loro tesi, accreditata dal materiale probatorio che l’accusa ha prodotto durante tutto il processo. È “provato che l’imputato abbia compiuto atti sessuali con Ruby in cambio di ingenti somme di denaro e di altre utilità, quali gioielli” è quello che viene scritto nelle pagine consegnate che ne delineano i fatti avvenuti ad Arcore.
La villa di Arcore, infatti, oggetto di indagine per i numerosi “festini” a cui avrebbero partecipato esponenti del mondo politico e numerose veline o giovani ragazze che venivano accompagnate lì per prostituirsi. I giudici milanesi ne sono certi. Ad Arcore era in attività un vero circuito di prostituzione e il regista di tutto era lo stesso Berlusconi a cui le ragazze invitate “si attivavano per soddisfare i desideri dell’imputato”.
Una descrizione dell’ex premier italiano che non lascia ombra di dubbio sulla situazione che si era venuta a creare nella villa, tanto che, quando la giovane Ruby venne arrestata a Milano, l’allora premier si attivò personalmente, abusando della sua carica, per far liberare la giovane, temendo che ella potesse svelare ciò che accadeva nelle serate private in compagnia del premier.
Inoltre, sempre secondo le motivazioni dei giudici, è provata, nelle cronologia degli eventi e delle intercettazioni, “al di là di ogni ragionevole dubbio, la prova della consapevolezza” da parte dello stesso Berlusconi, “della minore età” di Ruby, fatta passare, la notte dell’arresto, per la nipote del premier egiziano Mubarak.
I suoi interventi, la notte dell’arresto della ragazza, minarono la “libertà di autodeterminazione del capo del Gabinetto” e anche sul funzionario in servizio in Questura. Tutto al fine di tutelare se stesso evitando un probabile atto di accusa da parte della ragazza, neo confronti della sua persona e di quello che accadeva ad Arcore, visto come un luogo di prostituzione.
La motivazione della sentenza descrive anche Silvio Berlusconi come un uomo con una “capacità a delinquere …. consistita nell’attività sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010 attuata anche corrispondendo a Ruby e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro”, per comprare, in questo modo, il loro silenzio e far decadere un velo sulle vicende che avvenivano nella sua villa ad Arcore.
Non solo, ma ha abusato della sua autorità di Presidente del Consiglio dei Ministri quando “ha costretto Pietro Ostuni a dare disposizioni ai funzionari della Questura di Milano di rilasciare” Ruby, appena fermata, “affidandola a Minetti Nicole”. Anche lei indagata per quello che riguarda il giro di prostituzione che ruotava attorno alla villa di Arcore e di cui sono stati accusati anche altre personalità vicine a Berlusconi.
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