'Non sono soli': le parole di Letta riferite alla Sardegna
Il premier Letta interviene dopo il nubifragio che ha colpito la Sardegna causando la morte di 16 persone. “Non sono soli”, ha detto il premier rivolgendosi a chi gli ha chiesto quello che si sta facendo per venire in contro alle persone che si ritrovano a lottare, in questi giorni contro le intemperie e le forze della natura, ma soprattutto contro la mano dell’uomo. Immediatamente sono stati stanziati 103 milioni di euro per gli aiuti alla Sardegna e venerdì sarà lutto nazionale per ricordare le vittime del nubifragio che ha messo in ginocchio l’intera isola.
Al termine del consiglio dei ministri, in conferenza stampa, il premier Enrico Letta ha detto, a nome di tutti, che si sente la grande voglia di partecipare da parte dell’intera comunità italiana alla tragedia che ha colpito la Sardegna. L’Aula ha approvato all’unanimità il recupero di 1,3 milioni di euro destinati ai gruppi per destinarli, invece, all’emergenza della regione Sardegna.
Intanto non si placano le accuse di responsabilità e le difese a scarica barile, generalizzate, come sempre, nel nostro paese. Sembra che nessuno sia in grado di gestire situazioni di emergenza. Sbotta contro le accuse anche il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che è stato accusato di non essere intervenuto in tempo e di non aver dato il giusto peso alle previsioni. Ma l’uomo sottolinea che lui si adegua alle leggi e che quindi, se non si capisce, vuol dire che vanno adeguate le stesse. Inoltre, presso la Conferenza delle Regioni convocata in via straordinaria per venire in contro alle necessità della Sardegna, il capo della protezione civile ha chiesto di fermare il flusso degli aiuti, perché i centri di raccolta sono saturi. Lo stesso ha sottolineato che se ce ne sarà bisogno, sarà premura della Protezione Civile avvisare in tempo per un nuovo ciclo di raccolta.
Cala il numero degli sfollati che raggiunge quota 493 di cui 292 ospitati in centri di accoglienza, mentre la macchina messa in opera per aiutare la popolazione sarda, mentre proseguono le operazioni di messa in sicurezza del territorio colpito dall’alluvione. I danni causati dal maltempo non si possono ancora quantificare con esattezza, anche perché il tempo non è clemente e ci si aspettano ancora piogge di rilevante entità in queste ore.
Un nubifragio che stando alle dichiarazioni di molti, poteva essere evitato, ma soprattutto causato anche dall’incuria dell’uomo. È stata la mano dell’uomo che ha distrutto e permesso di costruire abitazioni, edifici troppo vicini ai fiumi. Incuranti dei pericoli e delle difficoltà idrologiche, anche le amministrazioni hanno le loro colpe.
Sono nel frattempo partite due inchieste per disastro colposo, una nella Procura della Repubblica di Tempio Pausania e l’altra in quella di Nuoro. La Magistratura ha richiesto alle amministrazioni maggiormente colpite dai disastri, progetti, delibere e tutto ciò che possa far chiarezza sulle opere stradali, sulla manutenzione delle stesse, degli edifici, pianificazioni urbanistiche, per venire a capo di chi debba essere maggiormente ritenuto responsabile delle vittime e dei danni.
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