Gelli indagati per frode fiscale: sequestrata Villa Wanda
La Guardia di Finanza ritorna a indagare sui loschi affari di Licio Gelli, ex venerabile gran maestro della loggia P2.
Ancora una volta Gelli si trova invischiato in reati fiscali che coinvolgono, questa volta, anche sua moglie Gabriella Vasile, i figli Maurizio, Maria Rosa e Raffaello e un nipote, Alessandro Marsilli.
Gli agenti della finanza hanno sequestrato, in modo preventivo, la famosa villa Wanda, che si trova sulle colline di Arezzo. La villa è quella dove vive ancora oggi Licio Gelli e dove nel 1998 furono trovati nascosti nei vasi e nelle fioriere 160 chili d’oro in lingotti. Secondo quando si è appreso, all’ex capo della P2 e ai componenti della sua famiglia, sono stati contestati i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Secondo un’indagine infatti, i Gelli avrebbero evitato di versare alle imposte 17 milioni di euro. A scoprire il tutto, un caso fortuito poiché nel 1998 l’Agenzia delle Entrate venne in possesso di un testamento scritto a mano proprio da Licio Gelli, adesso novantaquatrenne, nel quale l’uomo lasciava ai suoi eredi, un patrimonio ben superiore a quello dichiarato allo Stato Italiano. Da qui le indagini che sono scattate per i controlli del patrimonio Gelli e lentamente si sono allargate, fino a scoprire che già nel 2007, Gelli, insieme ai figli e alla moglie, consapevoli dell’imminente indagine dell’erario, avevano tentato di liberarsi di villa Wanda, con raggiri e simulazioni, consapevoli che presto sarebbe potuta scattare una riscossione coattiva da parte di Equitalia.
I passaggi chiave dell’operazione fraudolenta, sarebbero stati due: I passaggi chiave dell’operazione fraudolenta, sarebbero stati due: il primo sono le iscrizioni ipotecarie sull’immobile da parte della moglie e del nipote di Gelli, Alessandro Marsilli, che vantavano erogazioni di danaro per presunti finanziamenti nei confronti della società di famiglia, secondo la vendita dell’intero complesso immobiliare ad una società romana, creata ad hoc, che fa capo agli stessi componenti della famiglia.
La truffa è stata scoperta dagli uomini della Guardia di Finanza che hanno collaborato in stretto contatto con l’Agenzia dell’Entrate di Arezzo, riuscendo a contestare alla famiglia Gelli il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
L'articolo ha ricevuto 1712 visualizzazioni