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carlabrunisarkozy.org versus italia.it: stesso scandalo, cifre diverse (di denaro pubblico)

carlabrunisarkozy.org versus italia.it: stesso scandalo, cifre diverse (di denaro pubblico)

Autore: Max Murro - Redazione Economia
Data: 27/07/2013 17:11:06

A quanto pare, per la "dirigenza" di certe nazioni, il tema di "come appropriarsi di denaro pubblico con la scusa di realizzare un sito web" è uno dei business più ambiti

Qualche lettore della nostra testata, ricorderà lo scandalo italiano - allora abilmente ricostruito in
questa inchiesta realizzata dal nostro Direttore Emilia Urso Anfuso nel 2009 - che descrisse come, per la realizzazione del sito "Italia.it" dall'allora governo in carica dell'ex Premier Berlusconi, siano stati utilizzati oltre 45mln di euto

"Peccato" che, oltre a non aver realizzato un bel nulla per molto tempo a livello del sito in questione - è tutto spiegato nell'inchiesta del nostro Direttore, dettagliatamente - come chiunque può comprendere facilmente, questa cifra non è "fuori mercato": è fuori dalla logica. Si chiama semplicemente "appropriazione indebita di denaro pubblico mascherata da false spese fatte rientrare nel bilancio statale"

Ora, è il momento dell'indignazione - per la stessa motivazione - per i cittadini francesi, che male hanno digerito la molto più modica "spesa" pari a circa 410.000 euro di denaro pubblico (bazzecole per noi che ne abbiamo spesi quasi 50 milioni!) spesa dall'ex Premiere Dame Carla Bruni, per la realizzazione del suo sito personale.

All'indignazione, è subito seguita la realizzazione di una petizione per chiedere a Madame Carla la restituzione del "maltolto"

Petizione che - ovviamente - ha raccolto in poche ore migliaia di firme: 50.00 cittadini francesi infatti chiedono che l'ex modella e ex premiere dame, rimbosri la somma.

Nicolas Bousquet, promotore della petizione e  web-designer, da esperto del settore considera quei 410.000 euro un costo spropositato: di quaranta volte superiore al prezzo normale di mercato.

Io dirò che anche 10.000 euro sono spropositato in considerazione del fatto che il sito in questione è "un sito molto semplice, senza grossi sforzi tecnici e di cui alcune parti non vengono aggiornate regolarmente" come ha dichiarato lo stesso Bousquet di recente che rincara la dose: ""Visto che la Fondazione Carla Bruni agisce per aiutare 'le persone vulnerabili', le chiediamo di restituire questi soldi facendo un dono di 410.000 euro ad associazioni caritative che operano per i più bisognosi", spiegano i firmatari, che tengono anche a sottolineare come i cittadini non siano "la banca dei propri eletti: paghiamo le tasse per la comunità, non per soddisfare i loro capricci lussuosi o quelli dei loro cari".


La Fondazione Carla Bruni-Sarkozy cerca di difendersi sottolineando che "i contenuti del sito non hanno ricevuto un euro di contributi pubblici. Tutti i contenuti visibili su questo sito sono stati integralmente finanziati dalla Fondazione. Non sono stati in alcun modo finanziati dallo Stato o da qualsiasi altra entità esterna alla Fondazione, e questo dai tempi della creazione del sito".

Ma i promotori della petizione non si lasciano convincere dalla risposta (che tra l'altro si riferisce ai contenuti e non alla realizzazione del sito), anche perché un recente rapporto della Corte dei Conti di Parigi ha rilevato tutte le spese internet dell'Eliseo, incluso il sito della Bruni costato 330.000 euro nel 2011 e 80.000 euro nel 2012, "interamente a carico dello Stato e dunque dei contribuenti".


Abbiamo provato ad aprire e visitare il sito in questione: http://www.carlabrunisarkozy.org/ Ognuno faccia le proprie valutazioni

Questo invece, è il nostro sito dello scandalo: oltre 45milioni di denaro pubblico abbiamo pagato per questa "perla" di sito: www.italia.it
 


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