W l'Italia
Che l'Italia fosse un paese che già in passato ha fatto ridere non è una novità. Gli altri Stati da che l'Italia è unita ci dipingono come una sorta di Pulcinella tutto pizza e mandolino o come un Arlecchino servitore di 2 o più padroni. Non c'è quindi da stupirsi che ci si sia affidati soprattutto negli ultimi anni a pianisti da piano bar o cabarettisti da poco riconvertiti ad una delle tante neo religioni stile Scientology con tanto di Casaleggio gurù a cui manca il saio stile accappatoio di "Quelo". Che dire poi di un leader di sinistra che sembra si faccia scrivere i testi da un comico anche egli genovese?
D'altro canto anche i vari "statisti" del passato di cui qualcuno ancor ora osa vantarsi, da Mussolini a Craxi, non sono mica stati esattamente dei politici "puri". Sempre o quasi gente che prima di decidere di entrare in politica avevano millantato, recitato, vantato titoli inesistenti o peggio fatto finta di essere anche "onesti".
Tutti uniti i politici in quelli che alcuni giornalisti appartenenti ad una casta etichettano come? Manco a dirlo: casta.
Tutti pronti i politici da Razzi e Scilipoti in poi a sottolineare l'importanza l'undicesimo comandamento. Allineati con le lore macchine sempre più blu come i cieli cantati da Reitano. Con le loro cravatte cangianti dal rosa stile confetto al verde stile talebano del nord. Procacciatori di affari per donnine dai facili costumi e dai costumi carnevaleschi tipo infermiera o giudice in gonnella. Baciatori di mani di dittatori. Tecnici del prelievo forzoso e forzato. Avvocati di colleghi inquisiti. Rubagalline divenuti spenna polli. Arraffatori di poltrone.
Tutti uniti a protegere la loro posizione di potere. Tutti pronti a coprirsi il culo l'un l'altro. Uniti anche se in televisione recitano la commedia arruffata delle comari.
Non tanto per spirito di patria ma per potere cantare gli stessi cori durante le partite della nazionale.
Tutto ci divide. L'Italia è lunga. Il clima è diverso in maniera sostanziale. Diverse le abitudini. Diversi gli usi. Solo una cosa ci accomuna: il disperato tentativo di resistere all'urto delle economie altre dalla nostra
barcamendandoci in quell'arte molto minore divenuto un vanto nostrano: arrangiarsi. Un misto di rinuncia a migliorare realmente e di capacità di recuperare risorse insperate nelle pieghe di attività non sempre e non del tutto lecite.
Incapaci di pensare al bene comune. Sempre pronti a buttare una cartaccia per la strada tanto qui non è casa mia. Sempre pronti a domandare ed a risponder no quando vi viene richiesto qualsiasi cosa. Pronti a ribadire le proprie radici al punto di diventare razzisti verso noi stessi. Pronti ad emigrare pur di piangere su una patria che nella realtà non ci appartiene. Divisi come un gregge disperso da un perenne temporale.
Perchè stupirsi quindi se da sempre c'è voluto qualcuno che in modo personalistico si presentasse a condurci per mano come pecore e caproni? Perchè tanta meraviglia che per l'ennesima volta alla fine di un'era, quella berlusconiana, se ne prepari un'altra stavolta "grillesca". E' già: grillesca e non grillina che se no si offendono pure codesti geni nipoti di cotanti navigatori santi ed eroi.
L'Italia si è sempre meritata i suoi "condottieri" pronti a far affrontare le più assurde Caporetto che si possano immaginare. Condottieri pronti a negare la loro appartenenza a logge massoniche o società trilaterali che hanno l'unico scopo di proteggere i loro adepti. Condottieri che si vestono del costume dei Capitan Fracassa e che promettono "chiu pilu pi tutti" in cambio di rimborsi elettorali e vacanze pagate a loro insaputa da altri.
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