La lista nera: gli indagati del momento. Da Tremonti a Lovato passando per la Gullo
Finisce nei guai per una casa ristrutturata gratuitamente l'ex Ministro dell'Economia Giulio Tremonti
La vicenda giudiziaria ha preso spunto dagli accertamenti sugli appalti della Sogei, la società generale di informatica controllata dal ministero dell'Economia.
L'alloggio, abitato fino al 2011 dall'ex ministro, era stato preso in affitto dal deputato del Pdl Marco Milanese, ex consigliere di Tremonti, anch'egli indagato
Immobile che necessitava di alcuni lavori di ristrutturazione che furono affidati alla Edil Ars di Angelo Proietti che li quantificò in una spesa di circa 250mila euro e che a quanto pare, non furono pagati nè da Tremonti nè tantomeno da Milanese.
Da qui, l'ipotesi di finanziamento illecito: Proietti avrebbe ristrutturato l'appartamento gratuitamente al solo scopo di ottenere favori dall'ex Ministro Tremonti e da suo entourages
Maria Tindara Gullo
E' indagata dalla Procura Maria Tindara Gullo, neo deputata nazionale del Partito Democratico eletta in Sicilia e coinvolta nell' inchiesta denominata "fake" che alcune ore fa è sfociata nell'arresto di sette persone, tra le quali figura il padre della stessa Gullo. l'accusa è di falso ideologico ma nell' indagine che gli inquirenti stanno portando avanti risultano anche altre ipotesi di reato come soppressione di atti d'ufficio, voto di scambio, associazione a delinquere e truffa aggravata.
Roberto Lovato
Il sostituto procuratore Giuseppe Salvo, al termine di una indagine, ha chiesto il rinvio a giudizio dell'imprenditore Roberto Lovato per truffa nei confronti dell'Inps e appropriazione indebita aggravata. Il gup deciderà nell'udienza preliminare del 19 marzo se accogliere o meno la richiesta del pm
Lovato, 68 anni, residente a San Giovanni al Natisone
presidente del consiglio dei amministrazione dell'Italsvenska di Mariano del Friuli pare aver dichiarato all'Inps somme a credito per indennità di malattia, di maternità e assegni familiari per quasi 100mila euro tacendo di aver omesso di versare i relativi emolumenti ai dipendenti. Inoltre si appropriava di quote della retribuzione dovuta ai dipendenti omettendo di versarle ai fondi di pensione complementari.
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