Forum Antiusura Bancaria: al via la prima Convention Nazionale
Tale denuncia si fonda sul presupposto che, gli Istituti Bancari aderenti all'Associazione Bancaria Italiana (ABI) avrebbero organizzato e posto in essere un accordo associativo per l'attuazione di programmi delittuosi finalizzati alla elusione delle norme bancarie – in particolare della L. 154/92 e del Testo Unico Bancario D.Lgs. 385/93, che resero "NULLE" e da considerare "NON APPOSTE" le clausole contrattuali di rinvio agli usi piazza per la determinazione dei tassi di interesse –, al fine di sottrarsi alla restituzione dei maggiori interessi applicati allo sterminato numero dei propri correntisti, con ciò appropriandosi indebitamente di miliardi di Euro .
In sintesi, la denuncia chiede di accertare se risponda al vero che le Banche aderenti all'ABI, avrebbero costituito un CARTELLO -una ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE-, prevista e punita dall'articolo 416 del codice penale, finalizzata a commettere più delitti, al fine di conseguire immensi profitti, abusando del proprio potere dominante e dello stato di sudditanza e di necessità, oltre che di indigenza e di bisogno, di milioni di loro utenti .
La legge 154/92, trasfusa nel Testo Unico Bancario del 1993, sconosciuto alla sterminata massa dei correntisti, ma non alle Banche, ha regolato, in maniera oltremodo chiara ed insuscettiva di equivoci sul punto, le modalità con le quali le Banche avrebbero dovuto provvedere alla sostituzione dei tassi di interesse fino ad allora applicati e facenti riferimento alle condizioni praticate usualmente sulla piazza, c.d. "uso piazza".
Per effetto delle indicate norme, tutte le Banche avrebbero dovuto compulsare la rinegoziazione dei precedenti contratti indeterminati ed ancora in atto, e, per i nuovi rapporti, avrebbero dovuto stipulare contratti con l'indicazione esatta e puntuale, sia degli interessi che degli altri costi applicati.
Ciò avrebbe comportato la restituzione, in favore dei correntisti, dei maggiori interessi (cosiddetti ultralegali) - con tutte le spese e commissioni non espressamente pattuite in forma scritta - applicati fino all'entrata in vigore della Legge 154/92, corrispondenti a svariati miliardi di Euro, che dovevano gravare sui bilanci delle Banche stesse.
Alla luce delle risultanze emerse nei procedimenti giudiziari civili, instaurati al fine del recupero degli interessi ultra legem e di opposizione alle azioni monitorie inopinatamente promosse dagli Istituti bancari, emerge in maniera evidente come la pressoché totalità degli Istituti di Credito non si è MAI uniformata alle statuizioni del TUB, che sanciscono, come detto, la nullità degli interessi "uso piazza".
Calcolando i rischi ed i guadagni, appare evidente come la scelta delle Banche, di non uniformarsi ai precetti indicati dal TUB, ha comportato, da un lato, l'appropriazione in proprio favore di ingenti capitali, per miliardi di Euro, dall'altro, l'instaurarsi di contenziosi civili che, qualora tempestivamente proposti, hanno comportato e comportano un irrilevante obbligo risarcitorio in capo agli Istituti stessi.
Appare di elementare comprensione il fatto che, a fronte di tale deduzione, alle Banche sia convenuto non applicare la legge, e tanto hanno fatto consapevolmente, in danno soprattutto dei consumatori e delle piccole e medie imprese, con ripercussioni sull'intera economia nazionale, allo scopo evidente di conseguire immensi profitti.
La denuncia è analitica e documentata al fine di evidenziare la responsabilità delle Banche che, per mezzo delle denunciate attività illecite, hanno distrutto migliaia di realtà imprenditoriali ed artigianali, contribuendo in maniera sostanziale a determinare l'attuale crisi economico finanziaria del Paese .
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