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Coronavirus: grazie al virus ora è evidente a tutti come funziona la politica

Coronavirus: grazie al virus ora è evidente a tutti come funziona la politica

Autore: Editoriale del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 03/04/2020 13:22:17

L’avvento del Covid-19 ha modificato in brevissimo tempo la quotidianità di miliardi di persone su tutto il pianeta terra. Mai come in questo periodo stanno accadendo cose che nemmeno la mente del miglior romanziere fantascientifico avrebbe potuto sviluppare.

Il mondo si è fermato. Sul pianeta terra si è dovuto procedere alla chiusura di tutto ciò che era stato creato dal sistema industriale, capitalistico e consumistico. In Occidente le puerpere chiedono di poter partorire in casa, rispuntano le macchine per cucire che, negli ultimi decenni, erano usate nelle case come sopramobili, per i modelli più antichi, o relegate nelle cantine in attesa di essere gettate.

Si riscoprono le attività da fare in casa, con o senza figli. Si riscopre il fai-da-te, messo nell’angolo in special modo dalle donne sempre più in carriera o comunque, nella peggiore delle ipotesi, in corsa per tenere insieme il brandello di idea di famiglia di cui stava rimanendo solo un ricordo sbiadito.

Un virus ha fatto il miracolo. Gli umani si son dovuti svegliare dal sogno dell’era moderna, e sono stati ricacciati a colpi di decreti legge dentro le loro case, le loro famiglie, i valori sospesi da troppo tempo, le attività che hanno reso possibile il progresso, poi messe nel cantuccio proprio dal progresso spinto ad alta velocità.

Difficile poter dire, oggi, quanto resterà di tutto questo nel tessuto sociale, e non solo quello italiano. Se si vive questa condizione come un abuso alla libertà personale, tutto tornerà come e peggio di prima. Se si riesce a scoprire che dal passato si può tornare al futuro migliorati, allora qualcosa cambierà in meglio.

Attenzione però, non pensiate che il sistema mollerà l’osso facilmente. Quando sarà possibile, e doveroso, ritornare a una sorta di normalità – ammesso che la mente di miliardi di individui sarà in grado di cancellare questo senso di terrore  - scatterà subito un processo, e sarà a doppia via.

Da un lato ci sarà il mercato, che attraverso il marketing svilupperà immediatamente tutte le strategie atte a ri-fidelizzare e affascinare il più alto numero di consumatori, e con la scusante di aver perso miliardi per colpa del Covid-19. Dall’altro lato ci saranno centinaia di milioni di consumatori, ovunque nel mondo, che dopo un così lungo periodi di astensione dai consumi e dalla vita frenetica cui erano abituati, cederanno le loro esistenze al mercato e al marketing, a tutto ciò di cui oggi si sentono depredati. Basti pensare quale tipo di impatto possa avere la contingentazione degli articoli acquistabili su Amazon: la mente umana è fatta così, se all’improvviso neghi ciò che era permesso, si crea bulimia.

Un altro ringraziamento doveroso, che tutti dobbiamo al Coronavirus, è per aver finalmente chiarito a chi ha occhi per vedere e orecchie per sentire, oltre a un cervello composto di neuroni a dividere le orecchie, come vanno le cose nel mondo, e come vanno in Italia.

L’essere umano è solo un numero, inserito in un contesto talmente grande che dal basso delle strade in cui vive stenta a vedere pure col cannocchiale. Tutti hanno palesato, da chi sta ai vertici della UE a chi siede sui posti di comando nel resto del mondo, un solo interesse: farsi i cazzi propri.

In Italia abbiamo anche dovuto scoprire che i decreti legge sono varati in tempi non sospetti – come quello del 31 Gennaio in materia di emergenza sanitaria (cliccate sul link per leggere il mio editoriale sul tema) – ma che chi sigla documenti così importanti per la salute pubblica, nei giorni – troppi giorni – successivi, rallenta il passo al punto da consigliare ai cittadini di “continuare a fare una vita normale”.

Abbiamo dovuto apprendere che, mentre per gli italiani ci sono – manco a dirlo – pochi denari, e che per chiedere un bonus si rischia di vedere i propri dati sensibilissimi alla mercé di tutti, il governo nazionale distribuisce milioni alla Tunisia e alla Bolivia: esattamente 71 milioni di euro.

Di Maio non ha potuto che confermare il misfatto, come potrete vedere voi stessi nel video allegato a quest’articolo. Attenzione: non regge quanto descrive il ministro in questione, che tenta vanamente di dar la colpa ad altri (che novità…) perché in una situazione attuale, che ha permesso di bloccare i voli aerei a livello planetario, di fermare le produzioni industriali, mettere i lavoratori a casa, chiudere i negozi e tutto il resto, non regge davvero l’aver onorato un impegno stretto tre anni prima. L’impegno non si onorava proprio per la situazione in cui si trova il mondo.

Vera è invece la dichiarazione dell’onorevole Del Mastro delle Vedove. I memorandum in questione non sono vincolanti.

In che mani siamo ve lo descrivo da anni attraverso i miei editoriali, gli articoli anche pubblicati su Libero, i miei libri, le mie trasmissioni video-radiofoniche. Il problema, però, è un altro, e per l’ennesima volta chiedo a ogni singolo contribuente: in che mani avete deciso di mettervi nel corso dei decenni? Perché, malgrado fosse evidente la mala gestione politica ed economica, non vi siete mossi prima, non certo facendo la rivoluzione violenta, ma chiedendo conto e ragione – diritto costituzionalmente riconosciuto ai cittadini – di quanto stesse accadendo contro la popolazione?

Nel corso degli anni ho creato petizioni, che hanno ottenuto migliaia di firme, campagne di sensibilizzazione, ho anche scritto alla Commissione Europea, come quando chiesi la cancellazione delle vecchie accise calcolate sul carburante. La risposta fu trasformare le accise che, prima, erano tasse di scopo, e quindi con una scadenza precisa.

Il male di questo sistema paese, non è rappresentato solo da chi lo governa, bensì da chi decide chi governi il paese: quella maggioranza della popolazione che non studia le cose importanti – la politica, l’economica – che non si interessa affatto alle sorti del paese e quindi di se stessa, ma pensa di aver fatto il proprio dovere andando a “votare”. Pongo tra virgolette il verbo votare, in quanto questa maggioranza di cittadini, non si è mai nemmeno sprecata per comprendere le leggi elettorali varate nel corso degli ultimi anni, che di fatto hanno cancellato la possibilità di decidere. Come ho scritto più volte nei miei articoli sul tema, piuttosto che andare alle urne, avreste fatto meglio ad andare a fare una scampagnata con mogli, mariti e figli. Almeno avreste investito su qualcosa che vale.

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