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Riflessioni a caldo sulla tragedia di Genova

Riflessioni a caldo sulla tragedia di Genova

Autore: Umberto Pavesi - Redazione Cronaca
Data: 14/08/2018 17:11:19

Ancora una disgrazia annunciata, un'altra tragedia alla'italiana. Un ponte crolla: morti e feriti, ma la sostanza non cambia. Quante opere pubbliche sono nello stato del ponte di Genova? Direi parecchie, col solito carico di morti annunciati. E' ora di di dire basta, ormai crollano non solo i ponti ma le infrastrutture in genere. Ci troviamo  come al solito con opere  fatiscenti e ormai osbosete e mal curate: i danari non bastano a fare piani di ammortamento per le strutture pubbliche, il decifit ci constrige ad avere opere mal funzionanti e vecchie di decenni.

Gli Ecomostri son disseminati in tutto il territorio italiano, cadono i ponti, crollano miseramente gli ospedali (Il caso dell'ospedale San Salvatore di L'Aquila è un triste esempio) 

Non basta il cordoglio per le vittime e per i feriti; qui si aspetta solo che tutto crolli per fare il conto dei morti e dei feriti, altro che Ponte di Messina o la TAV 

Si pensa ai rischi solo a quando accadono le tragedie, e non si pensa mai alla manuntezione e alla prevenzione, dato che lo Stato appare più interessato ai vantaggi economici, agli interessi, piuttosto che al bene della collettività.

La gente è al collasso morale e le istuzioni che fanno? Un bel niente. Pensano ai loro assurdi giochi di potere e niente altro. Ai comuni desideri della popolazione, alle esigenze impellenti della popolazione, non ci pensano affatto.

Strade sicure, ospedali che funzionano: sono questi i beni necessari a una popolozione che si definisce civile. Stiamo involvendo invece di evolvere. Non possiamo più permetterlo.

 

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