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IMU e campagna elettorale: un gran polverone sui rimborsi

IMU e campagna elettorale: un gran polverone sui rimborsi
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 02/02/2013

 

In piena campagna elettorale, si sta generando un caos micidiale per ciò che riguarda il tema dell’IMU.

 

L’IMU, imposta Municipale Unica, messa in vigore durante il Governo Monti, fu però introdotta con il Dl n. 23 del 14 marzo 2011 (articoli 7, 8 e 9) dal precedente Governo Berlusconi che stabiliva la messa in vigore a partire dl 2014. C’è da dire però, che nelle intenzioni di quel governo, l’imposta non avrebbe comunque dovuto gravare sulle prime case.

 

Di fatto, il governo Monti l’ha sostanzialmente modificata e ne ha anticipato l’entrata in vigore “in via sperimentale” (…) a partire dal 2012.

 

L’IMU sostituisce sia l’ Irpef da reddito fondiario sulle seconde case, sia l' Ici, introdotta nel 1992.

 

Gli italiani hanno quindi pagato la salata stangata, bestemmiando non poco sulle cifre versate in una o più rate, come prevede la normativa in vigore.

 

Ma ecco che, galeotta fu la campagna elettorale in corso, tutti, ma proprio tutti i candidati di ogni schieramento, abbattono la mannaia della critica sull’imposta più chiacchierata degli ultimi tempi: persino chi l’ha pensata e siglata per primo – governo Berlusconi – oggi ne fa un punto d’onore promettendone la cancellazione. Anche Monti oggi declama l’iniquità dell’IMU e propone alternative più o meno valide in sostituzione.

 

Ma da cosa parte l’idea che si possa richiedere il rimborso totale dell’IMU versata in quanto imposta ritenuta incostituzionale, generando il caos attuale fra i cittadini italiani che a frotte corrono a presentare tale richiesta ai propri Comuni di appartenenza?

 

Il tutto, parte da una recente intervista rilasciata dell’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti durante una trasmissione sull’emittente televisiva La7: “ «L'Imu viola la Costituzione per la rivalutazione di colpo e di imperio delle rendite catastali a cui è incardinata, che peraltro non coincidono necessariamente con il valore degli immobili. Questo fa dell'imposta una sorta di patrimoniale permanente. peraltro inflitta in un periodo di gravissima crisi.

 

«Il debito di imposta – ha continuato Tremonti - resta negli anni invariato mentre i valori immobiliari precipitano, creando uno scollamento dai principi costituzionali di capacità contributiva e di eguaglianza tra i cittadini. Si crea di fatto una discriminazione tra chi, godendo di alti redditi, potrà conservare la proprietà dell'immobile e chi, non avendo redditi sufficienti per pagare l'Imu, sarà costretto a venderlo. In questo modo l'Imu va in direzione radicalmente opposta alla carta costituzionale: non favorisce l'accesso alla proprietà dell'abitazione e non tutela il risparmio», diventando addirittura un'«imposta contro il patrimonio. Disumana per le famiglie e suicida per l'economia, che resta bloccata».

 

Secondo Tremonti l’IMU violerebbe addirittura tre articoli della nostra Costituzione: “ il numero 3 (quello che celebra l'uguaglianza tra cittadini), il 47 (sia nella parte che «incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme» sia in quella che «favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione») e il 53 («tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva»)

 

Che l’ Imu sia una tassa illegittima è anche il parere di Codacons l’associazione dei consumatori che, fin da Giugno scorso, ha deciso di fare ricorso al Tar per chiedere il ‘blocco’ di tutti i provvedimenti che hanno introdotto l’Imu.

 

Per il Codacons, l’Imu è una ‘tassa di scopo, decisa contro la legge e senza la previa individuazione delle precise opere pubbliche che l’imposta dovrebbe andare a finanziare, in palese violazione della normativa vigente’ e che essa va ‘a colpire, senza alcuna distinzione, ogni possessore di immobile, senza tenere conto della reale capacità contributiva, spesso decisamente bassa come nel caso di soggetti titolari di pensione e/o precari’.

 

Ma attenzione: la Commissione Europea ha solo parlato di imposta iniqua riferendosi all’IMU e non ne mai decretato l’incostituzionalità, né è stata pronunciata alcuna sentenza che lo attesti.

 

Ciò nonostante, sia molti personaggi della politica nel pieno della campagna elettorale sia alcune organizzazioni a sostegno dei consumatori, stanno creando non poco caos su un tema che a mio avviso, si sta utilizzando appunto a solo fini elettorali.

 

Un conto infatti, è richiedere un rimborso nel caso in cui – a conti fatti a posteriori – ci si accorga di aver versato più del dovuto. E’ un fatto assolutamente lecito e riconosciuto ovviamente dal nostro sistema fiscale. Un conto è, senza che alcun organismo centrale abbia approvato l’illegittimità dell’imposta, far credere ai cittadini che sia legittimo oggi come oggi, presentare richiesta di rimborso dell’intero importo versato.

 

 

 
Si può fare, ovviamente senza però sperarci troppo.

 

E' pur vero che basterebbe la remissione degli atti di una sola Commissione Tributaria Provinciale chiamata a decidere su un singolo ricorso a decretare l'illegittimità dell'IMU e da ciò, se ne ricaverebbe quindi la soluzione per tutti i cittadini. Significa che, se una sola richiesta di rimborso per illeggitimità venisse approvata, questo genererebbe il riconoscimento di illegittimità per tutti e quindi , si avvierebbe la procedura attraverso la quale i soldi versati dovrebbero essere poi realmente restituiti. (...)

 

 
Ricapitolando: se da un lato potete richiedere il rimborso delle somme versate in esubero, attualmente è del tutto inutile presentare il ricorso nella speranza di ottenere indietro tutta l’IMU versata. Potete farlo, nella mera speranza che una Commissione approvi almeno una richiesta di rimborso.

Ne approfitto per ricordare ai lettori il periodo in cui si generò un caos simile relativo al rimborso dell'i.v.a. illegiottimamente pagato per anni sulla nettezza urbana. In quel caso, pur essendoci stata una sentenza di Cassazione che legittimava i cittadini a richiedere la restituzione dell'i.v.a illegittimamente pagata nei precedenti 10 anni, vi su un totale nulla di fatto. In ultima analisi infatti, il governo cancellò questo diritto con un emendamento. A questo link, potete leggere gli articoli scritti e pubblicati a suo tempo sul tema.

Tutto ciò a mio avviso, continua ad avere il sapore appiccicoso di quelle “Promesse da candidati” di cui ho parlato in questo mio recente articolo. Far pensare ai cittadini di una nazione che sono nel legittimo diritto di ottenere la restituzione di somme versate quando non è assolutamente vero, viola qualsiasi criterio di rispetto della dignità umana. Semmai, bisognerebbe ricordare spesso ai cittadini l’art. 50 e l’art. 53 della Costituzione, su cui tutti invece, calano il silenzio assoluto e che recitano:

 

 

Art. 50.

 

Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.

 

Art. 53.

 

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

 

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
 

 

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IMU e campagna elettorlae: un gran polverone sui rimborsi by
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