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(Nel video: Paolo Borsellino parla di mafia e politici corrotti) Siamo in piena campagna elettorale. Non che durante il resto dell’anno non ci si trovi nella stessa condizione, anzi. I partiti politici ormai da molti anni non si preoccupano di altro, lasciando poi quei compiti istituzionali - come ad esempio la creazione di Leggi - ad organismi altri, come la Magistratura, da picconare però (siamo nel teatro dell'assurdo) per ingerenza. Ora però si sono veramente aperte le danze, ed ecco fiorire – nuovamente – la rosa dei cartelloni (sempre affissi illegalmente), le querelle mediatiche, i boomerang via social network e così via. Modello comunicativo già ampiamente testato sull’elettorato che a quanto pare, secondo i candidati nostrani, non va nemmeno un po’ aggiustato per migliorarlo. Le facce di tutti i personaggi politici in lizza, ci guardano da ambigui striscioni e mega poster al pari della pubblicità dei tortellini di Giovanni Rana o dell’ultimo modello di monovolume con motore ibrido. Fin qui, non ci sarebbe nulla di male, fa parte del gioco e di quella fumiginosa alquanto “sovranità popolare” che, se potessimo usufruire di una Legge elettorale degna di questo nome, ci metterebbe nella condizione di poter realmente scegliere – democraticamente – il nostro candidato da delegare al duro lavoro della gestione del paese. Ok, resettate tutto. Tabula rasa. Come sappiamo, non usufruiremo nemmeno stavolta di una Legge elettorale degna di questo nome in un regime democratico, la qual cosa dovrebbe già farci decidere di non presentarci alle urne, vista la quasi totale inutilità del gesto elettorale, e semmai programmare una gita fuori porta, tempo permettendo. Di per se, il fatto che in una nazione cosiddetta evoluta e civile si sia potuto legiferare bellamente contro ogni fondamento di democrazia e sovranità popolare proprio sul tema elettorale, la dice lunga sul livello estremo di corruzione in ambito politico che stiamo subendo, ed apre un capitolo di cui non si parla, almeno negli ambienti istituzionali da cui dovremmo invece aspettarci una soluzione al vero e forse unico problema che – se non sarà preso in seria considerazione da qualcuno – non ci porterà mai fuori dalla tempesta di una crisi che, lo sappiamo bene, non è di oggi né dello scorso anno, ma ha radici antiche e che stratifica di giorno in giorno la propria virulenta azione di distruzione di un intero sistema paese. Il problema è la corruzione in ambito politico. E’ ormai noto, alla portata di tutti e ne conosciamo i risvolti. Così come sappiamo ormai che tutto l’ambiente politico è per sua natura coinvolto in maniera compatta in un sistema che si basa fondamentalmente proprio sul concetto di corruzione. Se sei in politica, a qualsiasi livello, sei corruttibile. Divieni corrotto. Basta entrarci per non poter mai dire un “No” ad un qualche favoritismo, ad un occhio o due chiusi di fronte a qualcosa di illecito, al promettere qualsiasi cosa per ottenere voti, tanti voti. L’entrata e la permanenza in politica, hanno al proprio interno una base fondante di corruzione. Si corrompe e si è corrotti proprio nel tentativo costante di entrare nell’ambiente all’inizio e di restarvi, in seguito. Una massoneria di cui non si parla ma che probabilmente è la più potente e radicata proprio per la tipologia stessa della modalità in essere. Un favore tira l’altro. Una firmetta al momento giusto. Un posto eccellente da far ricoprire all’intrallazzatore di turno, che non ha altri meriti se non quello di saper intrallazzare, far guadagnare voti e soldi in maniera facile. Ecco, non è che ci vogliano sociologi e filosofi della politica per comprendere il perché alla politica sia sempre accostato il concetto di corruzione. Ma di lotta alla corruzione in politica, non parla mai nessuno. Perché chi ne fa parte non può ammettere di essere parte del problema. Il vero problema che manterrà costantemente in crisi l’intero paese. Un paese gestito da persone che troppo facilmente accedono a poteri illimitati, sorretti da normative che – assurdo ma vero – ne consentono peraltro l’atto corruttivo in ogni sua forma. Un cane che si morde la coda e da cui non abbiamo modo di fuggire, se non mettendo in atto strategie atte a sovvertire realmente questo sistema che altrimenti resterà tale e quale lo viviamo oggi. Se ad un gruppo di persone dai facoltà di accedere ad enormi cifre economiche pubbliche, se non gli imponi di argomentare dettagliatamente l’uso che di queste cifre si fa in nome dell’attività politica, se a questa gente non imponi alcuna regola restrittiva per la salvaguardia del bene della nazione e dei cittadini - che sono coloro che questo denaro versano costantemente per poi sentirsi dire che di denaro per il sociale non ce n’è e nemmeno per ristabilire un progetto di sviluppo - allora vuol dire che tutti noi, nessuno escluso, stiamo ammettendo che questo sistema di corruzione ci va bene e che possiamo proseguire per questa strada. Inquietante per non dire folle
Possiamo sperare in un miglioramento della condizione socio economica per i cittadini cosiddetti “comuni” accettando ancora di comportarci come se nulla fosse, come se i furti milionari e reiterati di quel denaro pubblico e quindi nostro – che doveva servire a farci pagare meno tasse e a non far crollare ad esempio il sistema sanitario nazionale – non fossero mai accaduti? Possiamo continuare a foraggiare gente che, oltre alle enormi prebende economiche assegnate per ogni incarico istituzionale, accedono per scopi propri a riserve economiche semmai destinate al sostegno della società civile nella sua globalità? La risposta è NO. Paghiamo – in pratica – centinaia di persone per due soli scopi: rubare denaro pubblico e distruggere la società civile, consentendo loro peraltro di vivere molto al di sopra di un alto borghese comune. Di più: li continuiamo a pagare anche dopo aver appreso che si sono macchiati di reati virulenti, di veri e propri attacchi alla dignità nazionale. Non ci basta mai questa voglia di sostenere il male. Quasi fossimo tutti afflitti da una patologia psichiatrica che va ben oltre il masochismo pur nelle sue espressioni più sfrenate. In Italia scoppiano gli scandali, si sbattono i rei in prima pagina. Ma basta poco, qualche giorno, per rivedere le stesse facce e gli stessi deretani sedere nelle stesse identiche poltrone, come se nulla fosse accaduto. Follia. Collettiva. Come curare e curarsi? Confermando a gran voce il nostro diniego a tutto questo, una volta per tutte. Operando quei metodi che ci sono consentiti ma che in pochi si ha il coraggio di mettere in atto, ed è già questo inquietante: la gente teme di mettere in atto strategie pacifiche allo scopo di ripristinare onestà e dignità, quasi fossimo tutti ormai patologicamente afflitti dallo stesso virus di corruzione. Attenzione però, perché non far nulla in questo senso e lasciare ancora che la corruzione dilaghi in special modo in politica, fa di noi tutti dei complici e non ci pone quindi nel diritto di lamentarci di una situazione divenuta ormai aberrante. Non possiamo infatti aspettarci che possano essere i protagonisti dello scandalo nazionale a fornirci le soluzioni normative atte a debellare il cancro della corruzione perché non è razionale immaginare che il reo sia poi colui che – ammettendo il proprio stato di corrotto e corruttore – ponga fine al sistema complesso che tiene in piedi da sempre un ambiente che si auto rigenera utilizzando i metodi appena descritti. Cosa possiamo fare noi cittadini: sciopero elettorale di massa, per sciogliere del tutto questo assurdo procedere di volta in volta pensando che la prossima volta “sarà migliore” che è bene scegliere “il meno peggio”, visti i risultati ottenuti fino ad oggi che non fanno prevedere nulla di migliore. Lo scorso anno in Aprile, pensai ad una campagna che lanciammo con lo scopo di sollecitare l'opinione pubblica verso una riflessione di questo genere: "Dal dire al fare. Elezioni: ecco una strada alternativa"
Nel 2010 fu pubblicato questo mio articolo: “Italia: i soldi ci sono, ma non per tutti”. E’ ancora attuale e rimarrà tale finché non proveremo tutti insieme a fare in modo che i soldi che versiamo nei grandi forzieri istituzionali, vengano effettivamente usati per scopi che vedono protagonisti i cittadini ed il territorio in cui vivono. Contrariamente, saremo costretti a sorbirci maggiori vessazioni, un aumento del livello di corruzione in ambito istituzionale e la perdita totale di quel po’ di voce in capitolo di cui ancora possiamo usufruire. Lotta alla corruzione politica: altro che lotta all’evasione col nuovo redditometro, che serve solo a carpire nuove informazioni, utili per pressare ancor più chi da questa nazione sta traendo solo un’esistenza di problemi. Di seguito, la lista degli indagati/condannati che siedono in Parlamento;
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 23:15:55 |
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