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Nel DL anticorruzione che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 28 Novembre, manca – forse in maniera definitiva almeno nell'attuale DL - un punto. Importante forse molto più di altri. La regolamentazione penale sul voto di scambio. Le ultime dichiarazioni a tal proposito da parte del Ministro della Giustizia Severino, risalgono alla fine dello scorso Ottobre. E' un tema scottante, altamente scottante e proprio per la sua eccezionale priorità, a quanto pare non si sta ancora trovando alcuna chiave per produrre una regolamentazione che getti senza alcun dubbio nel mare dell'illegalità, questo odioso metodo utilizzato da sempre, sempre conosciuto e sempre condiviso. Da tutti o quasi i partiti politici che, presumibilmente, senza poter utilizzare questa metodica abietta di maggiore assunzione di voti elettorali in cambio di qualcosa, non avrebbero mai e poi mai raggiunto certi dubbi risultati. Il caso Fiorito, uno fra gli ultimi in ordine di tempo, con quelle 28.000 dubbie preferenze che gli hanno concesso di sedere dove non avrebbe mai né potuto né dovuto, sono uno degli esempi più recenti. Imbarazzantissima invece, la storia e situazione elettorale dell'ex governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo che sul voto di scambio ha basato per anni la sua reggenza: sono ormai noti quasi a tutti i migliaia di files contenenti nomi, cognomi, cellulari e desiderata vari ed eventuali del suo "elettorato". Cos'è in breve il voto di scambio? Lo dice lo stesso termine: un cittadino non decide per credo politico a chi dare il voto ma lo fa solo ed esclusivamente in base a ciò che il suo voto può rendergli. Può essere denaro, più spesso la promessa di un posto di lavoro. Si sappia peraltro, che negli ambienti politici - quando ci si avvicina al giorno delle elezioni, siano esse politiche o amministrative – ogni partito sa già ben prima del giorno degli spogli, più o meno su quanti voti può contare. E questo la dice lunga sulla scarsa possibilità che il voto sia sempre generato da passione politica e da quella strana cosa chiamata ancora, e non si sa bene per quale motivo, scelta popolare o sovranità popolare. La sovranità popolare difatti, ancor oggi sancita nell'art. 1 della nostra Costituzione, determina il sacrosanto diritto dei cittadini a partecipare attivamente alle decisioni del governo di turno proprio attraverso il voto. Ma se questo diritto viene alienato attaccandolo da più fronti, ecco che viene a decadere del tutto intanto il concetto di sovranità popolare. Come? Non consentendo ai cittadini di esprimere realmente una scelta – vedi i vari porcellum – oppure, scambiando il voto del cittadino con una qualsiasi promessa o denaro contante (ovviamente nessuno rilascia fatture, eppure sarebbe da considerare una sorta di "servizio") Partendo quindi da questo semplice ragionamento, possiamo già intravvedere come, nella realtà dei fatti, nessun partito o quasi – fino a prova contraria – sarebbe effettivamente legittimato a far politica ed a decidere le sorti del paese e dei suoi cittadini. Altro punto non meno importante: è ormai risaputo anche, che molti voti sono "frutto" dell'accostarsi – sempre più frequente – delle cosche malavitose ai partiti politici. Le cosche malavitose non hanno particolari passioni politiche, ma sanno che con il loro "supporto" possono cambiare di molto i dati elettorali, e maggiori voti apportano a questo o quel partito o singolo soggetto politico, maggiore potrà essere la propria decisionalità su tutte le questioni territoriali principali. Alla luce di tutto questo, ed in attesa che il Ministero della giustizia risolva con soluzioni univoche l'annoso problema del voto di scambio, ci troviamo però – e non da oggi – in una situazione al limite del paradosso: i partiti politici, i personaggi della politica che nella maggior parte dei casi assurgono a ruoli dirigenziali nel paese, quando essi siano stati largamente sostenuti con voti non esattamente liberi da qualsiasi tipo di costrizione, sono legittimati a fare politica? Forse è rispondendo a questa semplice domanda che si può trovare la soluzione al problema che inquina tutto il parterre politico nazionale. Ed in aiuto, potrebbe venire una delle ultime notizie di cronaca politica che in queste ore vedono tristamente protagonisti due consiglieri regionali del PD di Cosenza, Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, già indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio e tratti in arresto ieri per clientelare ingerenza nella gestione di una società di servizi del Comune di Rende (Cosenza) che sarebbe avvenuta in concorso con l'esponente della criminalità organizzata Michele Di Ruppo.. I fatti contestati si sarebbero realizzati in occasione delle elezioni provinciali di Cosenza del giugno 2009. Qui si parla di consiglieri regionali, ma su quanti voti di scambio e quanta collusione con le cosche malavitose si basa la tenuta in essere dei partiti nazionali? Non è difficile evincere i dati, se si vuole, se si pensa che in Italia vengono puntualmente dichiarati dati che hanno dell'assurdo, come ad esempio i 100mld di euro di volume economico generato della cosche malavitose ogni anno. Se lo Stato italiano sa quali siano i "bilanci" delle organizzazioni malavitose, pensate non si sappia in quale misura le cosche malavitose, ma anche l'apparentemente più innocuo voto di scambio, pesino sui risultati elettorali? Risultati elettorali quindi, che scaturendo dalla contraffazione massima di una legittimità del tutto inesistente, renderebbe in pratica illegittima la possibilità di far politica a quasi ogni partito nazionale. Potrebbe essere questo uno dei motivi per cui si dichiara quasi impossibile realizzare una serie di normative che contrastino tutto questo visto che, dando per buono il ragionamento appena proposto, si dovrebbe cancellare di netto l'intero panorama politico attuale determinando una vera crisi politica in virtù della mancanza di elementi politici legittimati ad occuparsi di politica? Sembra uno sciogli lingua, ma sarebbe bene sciogliere ogni dubbio in proposito, ben prima che si torni alle urne a perdere una mezz'ora del proprio tempo convinti ancora, nonostante tutto, di determinare una scelta col "proprio" voto…
I partiti non sono più legittimati a fare politica. Vi spiego perché by Emilia Urso Anfuso is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Based on a work at http://www.gliscomunicati.com/content.asp?contentid=2371. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 18:53:23 |
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