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Un mese e qualche giorno. E' bastato un periodo così breve a far calare l'Abruzzo e le zone devastate dal sisma in un ricordo da relegare nell'oscurità di notizie rese prioritarie rispetto alla necessità di aggrapparsi alla speranza di una reale e veloce ricostruzione. Si parla del Papa in Terra Santa a reti unificate. Di Berlusconi marito e poco Premier. Di PIL e contro PIL, che all'atto pratico non cambia le sorti economiche del Paese. Si parla. Di Nulla. Di quel grande Nulla tanto utilizzato quando le vicende che questo Nulla copre, sono serie, esasperanti, tragiche. Ma la gente è stanca. Tutta o quasi. Di fare i salti mortali per dribblare gli ostacoli di una esistenza resa rovente da una Società cui sembra non appartenere più. Di notizie che non trovano traguardi: rimangono sospese, come le parole gettate al vento, pronte ad essere sostituite da nuove parole. E così avanti, a sconvolgere una volta in più le realtà. L'Abruzzo sta già pagando, per la seconda volta.
La prima, dopo un sisma annunciato, se non dalle macchine di Giampaolo Giuliani – peraltro ormai sparito da ogni cronaca – per quelle trecento scosse più o meno forti che avevano il dovere di allertare, non tanto la Regione quanto gli organismi di sostegno e controllo. In primis, la dirigenza della Protezione Civile,c he invece, ha continuato a minimizzare. Trecento scosse che hanno percorso le fibre nervose dei cittadini giorno e notte. Fino all'ecatombe. La scossa che ha oscurato tutto. Storia e storie. Vite e futuro. Lavoro e famiglie.
La scossa che forse molti, avevano timore di dover subire. Ma che non hanno trovato altra soluzione se non quella di non sapere quando sarebbe arrivata. Poi, tutto nella corsa folle. Verso uno sprazzo di salvezza, per i più fortunati. Verso l'avvio della macchina dei soccorsi. Verso il conteggio dei morti prima, dei salvi poi. Verso la creazione di tendopoli, fra polemiche – tante – rabbia (poco espressa) dignità, scambiata già per stupidità. Ed intorno a cittadini attoniti e carenti di ogni cosa, persa fra i frammenti di mura sbriciolate per calcoli edili al risparmio, il grande show del Potere, che trova degno palcoscenico fra i mali della gente che amministra. Sterile demagogia di strada, che si perde subito, in una manciata di giorni. Che se no la popolazione ci crede davvero alle promesse fatte. Eccoli ora, quei cittadini cui la natura irrequieta ha tolto tutto. In fila dal mattino alla sera per chiedere le piccole cose quotidiane.
La colazione, un pasto caldo, una doccia. I giorni passano. Le cucine sfornano miseri pasti. La carne sparisce dalle tavole. Qualcuno comincia a lamentarsi. Pochi hanno la voglia di diffondere queste notizie. Che sono la realtà delle cose. Ma coinvolgono poco la Massa, affamata di nuove tragedie, e gossip e numeri. Quella setssa gente che è sorella e fratello di chi per mano di un evento particolare, ora non ha più gli stessi diritti. Messi da parte. Come extracomunitari cui si debba dare un poco di sostegno. Quel tozzo di pane tanto per non apparire animali. La gente vale poco ormai, sempre meno. E' palese. Vale poco quando si tratta di dare un minimo fondamentale per vivere. Vale ancor meno, se la stessa gente diviene una serie di problemi da risolvere. Ricostruzioni. Stanziamenti. Nuovi paesi da trarre dalle rovine.
Spiccano intanto, le immagini delle prime ricostruzioni: quelle alle Chiese. Che a quanto pare, con la scusa d'essere "patrimonio" di tutti" vanno recuperate per prime. Strano algoritmo fra carità e sopruso. Cala il silenzio nel frattempo, su eventi che alle prime ore dopo il sisma, facevano già gridare allo scandalo, come il crollo dell'ospedale S. Salvatore dell'Aquila, che si è scoperto essere, non solo non agibile ma persino non accatastato. Un fantasma per lo Stato. Un modo "pulito" per non esser coinvolti più di tanto. Le indagini iniziate. Che fine hanno fatto? Chi se ne cura? Cosa ne sta emergendo? Nulla. Non si deve sapere. Silenzio.
Intanto, inizia a girare una informazione. Fra le onde del Web. Un tam tam spontaneo quasi. Poche le testate che ne parlano. A quanto sembra, la magnitudo del sisma più forte, quello della notte del 6 Aprile alle 03:32 non sarebbe del 5.6 della scala Richter, bensi di magnitudo 6.5 cosi come comunicò sia l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia Italiano ed anche – sembra dopo poche ore dall'evento - l'USGS (l'Agenzia Geologica Federale del Governo USA). Una bella disparità di dati. Che oggi, avrebbero ben poca importanza, a morti avvenute e paesi e città distrutte. Ma che d'improvviso diventa un dato sconcertante, tanto quanto l'arresto troppo veloce dell'attenzione sulla Regione Abruzzo.
Si scopre infatti che, nel caso in cui un sisma superi una magnitudo del grado 6.0 della scala Richter, il risarcimento per far fronte alla ricostruzione sarebbe pari al 100%. Al di sotto di questo grado, gli stanziamenti sono notevolmente più bassi. Ma dal Governo, continuano a diffondere un dato che a quanto pare, non corrisponde a realtà. Il dubbio atroce che i dati siano stati contraffatti, non può non nascere. Lo stesso Ingegner Maurizio Floris dell'I.G.V.I., dichiara che «i dati sull'entità del sisma sono stati cambiati, penso volutamente e con raziocinio, per evitare il risarcimento del 100% che sarebbe stato dovuto in caso di sisma maggiore di 6 gradi Richter." Una dichiarazione che arriva come un pugno nello stomaco. Che rimescola il sangue. Fa urlare di rabbia. Di fronte ai soldi, una volta in più, il genere Umano non conta. Di fronte al denaro, nessuno ha più diritto di esistere. Se non quel gruppicolo di persone che lo stesso genere Umano annientato, continua a supportare col proprio voto, la stima e la fiducia. Di fronte a questi scandali negli scandali, furberie contro la popolazione, pressioni che divengono insostenibili, è necessario aprire bene gli occhi. E dire NO. Un No corale. Netto. Diretto e continuativo. Perché di tempo, ce n'è sempre meno per arrivare al traguardo di una Vita degna d'esser chiamata tale
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 24/11/2024 00:38:03 |
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“È palese che ci sia qualcuno che orienti le cose, sia dal punto di vista economico, che climatico, che di gestione del pianeta. È tutto molto strano: in Veneto non avevo mai visto fenomeni di questo tipo. Ai tropici o negli Usa, sì; ma qui no. Può essere il cambiamento climatico; ma può essere sicuramente che qualcuno metta qualcosa apposta nell'aria...”