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Lo scorso mercoledì 13 giugno, forze leali al presidente Hadi, appoggiate dalla Coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita ed Emirati (SELC), hanno lanciato un'offensiva militare su Hodeidah, il cui porto strategico sul Mar Rosso rimane una delle poche ancore di salvezza per le persone che vivono nello Yemen settentrionale. Dall’inizio di maggio sono in corso pesanti combattimenti tra Ansar Allah (Al Houthis) e le forze sostenute dalla SELC e le linee del fronte si sono spostate dal governatorato di Taiz verso la città di Hodeidah, dove vivono ancora 600.000 persone. Tutto il personale delle Nazioni Unite e delle ONG internazionali sta ora evacuando la città dopo che, attraverso un ultimatum inviato all'ONU il 6 giugno, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno concesso tre giorni per farlo.
Nella città di Hodeidah, le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) stanno fornendo forniture mediche all'ospedale Al Thawrah, la principale struttura pubblica del Governatorato, la cui capacità è già ridotta. Nel distretto di Far Al Udayn, a ovest di Ibb, MSF sta anche donando forniture a una struttura sanitaria che riceve persone ferite dai combattimenti a Hodeidah.
“La mancanza di assistenza umanitaria - a seguito della sospensione della fornitura di aiuti e la ridotta presenza di personale delle ONG, proprio mentre è in corso un'offensiva militare - avrà gravi conseguenze su una regione già soggetta a restrizioni sulle importazioni e il trasporto interno di forniture vitali, compresi medicinali, cibo e carburante” dichiara Frederic Pelat, capomissione di MSF in Yemen. Gli yemeniti che vivono nelle regioni settentrionali del Paese dipendono dai rifornimenti che transitano dal porto di Hodeidah. “È fondamentale che le parti in conflitto garantiscano ai civili la possibilità di muoversi liberamente per cercare rifugio in luoghi sicuri” aggiunge Frederic Pelat di MSF.
Da quando sono iniziati gli scontri, le équipe di MSF ad Aden ricevono su base quotidiana pazienti provenienti da Hodeidah bisognosi di cure mediche salvavita. “La stragrande maggioranza dei casi ricevuti da Hodeidah sono emergenze gravi. Devono viaggiare per almeno sei ore per raggiungere Aden, il più delle volte in condizioni critiche” spiega Ghazali Babiker, coordinatore del progetto di MSF.
Prima di raggiungere Aden, i civili feriti sono evacuati a Mocha, una città situata a 180 Km a sud di Hodeidah, circondata da linee del fronte a nord ed est. “C'è un solo ospedale a Mocha, dove i feriti possono essere stabilizzati nel pronto soccorso. Ma l'ospedale non ha una sala operatoria, il che significa che i pazienti non possono essere operati lì” prosegue Ghazali Babiker di MSF. MSF fornisce forniture mediche ed effettua formazioni per il personale dell'ospedale di Mocha. Tuttavia, la mancanza di un'adeguata assistenza medica in prima linea è una delle principali cause di complicanze mediche.
Nelle scorse settimane, l'ospedale di MSF ad Aden ha lavorato a pieno regime per soccorrere persone provenienti dalle aree circostanti e dalle poche altre strutture sanitarie funzionanti in città. “La pressione sulle restanti strutture sanitarie è già enorme, anche se l'offensiva militare è iniziata solo alcuni giorni fa” conclude Ghazali Babiker di MSF. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:42:12 |
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