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Avevo deciso di attendere, prima di pronunciarmi sul governo Conte. Ho atteso per comprendere le prime mosse, le prime azioni, come si sarebbero comportanti dopo la fiducia, come avrebbero preso “possesso” dei loro nuovi incarichi, responsabilità e anche uffici istituzionali. Ho atteso, prima di tutto per avere materiale utile per parlarne, in considerazione del fatto che non posso parlare sul nulla, e nemmeno ipotizzare. Devo dire però, che proprio il governo in carica mi ha fatto attendere molto meno di quanto pensassi, per farmi scrivere ciò che sto per elencare. Una serie di strafalcioni istituzionali, infatti, sono stati già generati , e pur volendo attendere l’insediamento, non si può non dare un poco ragione all’editorialista del New York Times che pur ammettendo che abbia usato toni evitabili “Un governo di miserabili…” ha, in realtà, tracciato le linee di ciò che sta davvero avvenendo nel nostro paese. Lungi da me, come sempre, i toni polemici, ma non posso esimermi dal lasciare una traccia su quanto sta accadendo. Inizio col ricordare a tutti, che il governo di una nazione – e i suoi ministri – sono il biglietto di visita che ci rappresenta nel mondo. Se questo biglietto di visita è sdrucito, il mondo guarderà a noi tutti come un popolo di miserabili gestito da persone che dovrebbero stare altrove, non certo a capo di una nazione. Ma andiamo per ordine. Al di là delle promesse elettorali gonfiate a dismisura, di cui ho parlato spesso nell’ultimo periodo, elencando e approfondendo le motivazioni per cui certe promesse sono assolutamente irrealizzabili, ci sono cose che non possono mai e poi mai accadere. Iniziamo con il discorso di insediamento di Conte, che oltre ad apparire poco avvezzo a parlare in pubblico, ne fa subito una grossa, dopo la prima dichiarazione – evitabile – “Sarò l’avvocato degli italiani” (Come se gli italiani fossero rei e per questo avessero necessità di un avvocato difensore) ne rilascia un'altra, accennando al fratello del Presidente Sergio Mattarella, Piersanti, di cui non ricorda il nome. Ecco la dichiarazione " Voglio fare un ringraziamento a Sergio Mattarella. Una delle cose che più mi ha addolorato nei giorni scorsi è stato l'attacco sui social alla memoria di un suo congiunto e questa è una cosa che mi è dispiaciuta". Un bel tacer mai scritto fu, è proprio vero. Dura – a buona ragione – la reazione di Delrio, che ha replicato: “Piersanti, Piersanti si chiamava”! Per molti italiani, tra coloro che sostengono strenuamente questa formazione di governo, questa dichiarazione di Conte apparirà certamente poco grave, ma non lo è affatto. Il premier di una qualsiasi nazione – sia chiaro – non può permettersi cadute di questo genere. Non può perché lui rappresenta la nazione e rappresenta gli italiani, e se proprio chi li rappresenta, non è nemmeno in grado di ricordare una cosa così facile, non va affatto bene. Chi scrive i discorsi di Conte? Rocco Casalino, neo nominato responsabile della Comunicazione del Premier? Lo stesso che, a poche ore dall’essere insignito dell’incarico, è corso – con tanto di genitori al seguito – a prendere possesso del suo nuovo ufficio, lamentandosi del fatto che “E’ troppo piccolo” e che “I mobili sono vecchi e vanno cambiati”? Se così fosse, avremmo almeno uno straccio di spiegazione al discorso sgarrupato del neo eletto premier. Ribadisco: lungo da me fare sterile polemica, ma Casalino ha un curriculum che è tutto un programma, compreso il fatto di aver millantato – come da DNA nazionale – titoli mai conseguiti. Ora: se la comunicazione istituzionale è affidata a Casalino - ex concorrente del Grande Fratello - come aspettarsi che non vi saranno nuove cadute di stile e nuove castronerie? Transeat. Sarà il tempo a dirci cosa accadrà. Non dico che un ex concorrente di una trasmissione televisiva non possa assurgere a ruoli istituzionali (Renzi fu un concorrente della Ruota della Fortuna e Salvini fu concorrente della trasmissione Il Pranzo è servito) ma è necessario anche saper scegliere chi nominare per un determinato ruolo. Sta di fatto che, in Italia, se si partecipa come concorrente a un qualche quiz televisivo, si possono aprire le porte dei palazzi istituzionali... Tornando però a Conte, ecco che arriva un’altra “perla”, stavolta un fuori onda che conferma del tutto il suo ruolo di “Premier terzo semplice esecutore di decisioni altrui”. Ecco che Conte, dopo la castroneria su Piersanti Mattarella, conferma la sudditanza a Di Maio e Salvini, scoprendo il proprio ruolo – limitato – di esecutore di decisioni altrui. Lo fa chiedendo il permesso di dire una cosa, e di Maio risponde: “No”. Ecco il video che lo conferma: “Luigi, questo lo osso dire…”? “No”! Insomma: un tripudio di non politica, di pasticciacci, di manie di grandezza, di qualcosa che ci riporta al solito punto: in Italia, il sistema politico è da smantellare, del tutto. Perché se questo doveva essere il cambiamento, appare quasi migliore la cosiddetta “Vecchia politica” che, però, ha almeno la capacità dialettica, e l’esperienza, di non scadere – e far scadere tutti noi – nel ridicolo. Se parliamo poi di azioni di governo, tra proclami tra il razzismo e l’irrealizzabile da parte di Salvini, che dovrà fare meglio i suoi conti sul suo progetto di “Rimpatriare i clandestini” - peraltro fortemente fatti arrivare sul nostro territorio da tutti i governi in carica negli ultimi anni – la cantilena del “Reddito di cittadinanza” che ora si allontana sempre più, le dichiarazioni anti omosessuali, e tutto il resto, non appare essere questo un governo “Del cambiamento” come in molti italiani ritenevano. Se di “cambiamento” vogliamo parlare, effettivamente un cambiamento è palese. In peggio. Ci sarebbe molto altro da dire, come - ad esempio - il fatto che il Ministro per le Infrastruture Toninelli stia decidendo di bloccare i lavori per il nodo autostradale di Bologna, necessario a snellire il traffico che, da anni, rende difficilissimo il deflusso della circolazione. Arrabbiatissimi cittadini, associazioni e la stessa Confindustria. Le ragioni non sono state spiegate approfonditamente. Tutto ciò, appare comunque schizofrenico.
Non condivido coloro che continuano a dire: “Impareranno, dategli tempo”. No, cari signori: la politica prende decisioni serie sulla vita, e il futuro, di milioni di persone. Non ci si può permettere che i palazzi istituzionali vengano utilizzati come nave scuola, e nemmeno abbiamo tempo da aspettare. Se ciò che molti italiani è tutto questo, auguri italiani… ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 07:25:49 |
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