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In merito a una questione molto dibattuta nel nostro Paese, in occasione della Festa della Repubblica, Fondazione ISMU rende noto che nel 2017 si è registrato un nuovo record di acquisizioni di cittadinanza italiana: secondo le stime Istat i nuovi cittadini sono stati 224mila (Istat, Indicatori demografici 2017). Negli anni precedenti il numero dei nuovi cittadini è sempre più cresciuto: si è passati dai 65mila del 2012 ai 101mila del 2013, ai 130mila del 2014, per arrivare ai 178mila nel 2015 e ai 202mila nel 2016. In totale, negli ultimi sei anni, i nuovi cittadini sono stati 900mila (cifra che sale a 1,1 milioni se consideriamo l’ultimo decennio).
Tra i nuovi cittadini quasi un terzo ha meno di 15 anni. Nel 2016 (ultimi dati disponibili), dei 202mila nuovi cittadini, 64mila erano minori di 15 anni (quasi uno su tre). Inoltre va sottolineato che i neoacquisiti alla cittadinanza italiana di quest’ultimo decennio, essendo molto spesso giovani, hanno senz’altro contribuito alla nascita di bambini con nazionalità italiana (appunto perché figli di genitori divenuti italiani).
L’Italia è di gran lunga al primo posto in Europa per numero di acquisizioni di cittadinanza. Nel 2015 e nel 2016 (ultimi dati disponibili) l’Italia risulta al primo posto in Europa (Tab. 1) per numero di acquisiti alla cittadinanza: le nostre 380mila nuove acquisizioni sono il 40% in più rispetto a quelle del Regno Unito (268mila) o della Spagna (265mila), seguite da Francia (233mila), Germania (223mila) e Svezia (110mila). Ed è probabile che le 224mila acquisizioni di cittadinanza avvenute nel solo 2017 in Italia confermeranno o rafforzeranno questo primato.
Tab. 1 - Acquisizioni di cittadinanza nell’Unione Europea, per Paese. Anni 2009-2016
Fonte: elaborazioni ISMU su dati Eurostat. Nota: per gli anni dal 2010 al 2012 i dati sulla Romania sono di stima.
Per quanto riguarda l’incidenza dei neocittadini rispetto alla popolazione straniera residente, si calcola che nel 2016 l’Italia abbia dato la cittadinanza al 4,01% degli stranieri residenti (ovvero a uno straniero su 25). Il dato è inferiore all’incidenza registrata in Croazia (9,71%), Svezia (7,93%) e Portogallo (al 6,46%), mentre è superiore ai valori registrati in Germania (1,30%, laddove non si è mai raggiunto neanche l’1,70% nell’ultimo dece ... |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:42:22 |
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