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Somalia: nel 10% delle famiglie una bambina ha subito aggressioni sessuali

Somalia: nel 10% delle famiglie una bambina ha subito aggressioni sessuali
Autore: Redazione Esteri
Data: 12/04/2018

Con innalzati livelli di povertà, insicurezza, mancanza di accesso all’educazione, l’impatto della siccità sul tessuto sociale ha accresciuto il rischio di abusi

 

Tante bambine e ragazze in Somalia e Somaliland sono vittime di matrimonio precoce a causa della siccità, che nel Corno d’Africa minaccia i progressi fatti nella battaglia contro alcune delle peggiori forme di abuso nei confronti delle donne. A denunciarlo una nuova ricerca di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, condotta in undici distretti nei quali è risultata evidente la mancanza di cibo, da moderata a grave.

Il cambiamento climatico ha prodotto un milione di sfollati in tutta la Somalia nel solo 2017, rendendo donne e giovani madri particolarmente vulnerabili alle aggressioni: Save the Children esprime profonda preoccupazione per i ripetuti casi nei quali si è imbattuta e che risultano essere una conseguenza dell’impatto della siccità sul tessuto sociale.

“Un terzo delle donne a livello globale ha vissuto una qualche forma di violenza sessuale o fisica nella sua vita. Come se questo non fosse già abbastanza scioccante, molti di questi crimini sono perpetrati nei confronti di bambine che, invece di frequentare le scuole primarie, sono obbligate a sposare uomini che potrebbero essere i loro padri o nonni” ha dichiarato Timothy Bishop, Direttore di Save the Children Somalia e Somaliland.

In contesti emergenziali questi fenomeni si acuiscono e la crisi umanitaria in Somalia e Somaliland riflette tale tendenza. Nel 10% delle famiglie intervistate una bambina o adolescente ha subito un’aggressione sessuale; la ricerca ha anche rilevato che numerose adolescenti (51 minori in 1.104 famiglie) hanno subito un matrimonio forzato a causa dell’effetto che la siccità ha avuto sui mezzi di sostentamento dei nuclei familiari.

Intanto la cosiddetta legge “anti-stupro”, la prima per il contrasto della violenza di genere in Somaliland, promossa da Save the Children e dal suo partner Nagaad, ha ricevuto il varo della Camera alta del Parlamento lo scorso sabato e attende l’approvazione del Presidente.

“Con la peggiore siccità a memoria d’uomo e il conflitto in corso che intaccano l’economia e il tessuto sociale, questa legge non è mai stata così importante. Maggiori sono i fondi messi a disposizione per il supporto medico e psicologico delle vittime, più alte sono le possibilità che denuncino tali crimini e cerchino di ottenere giustizia” ha aggiunto Bishop.

“Uno dei maggiori equivoci rispetto alla legge anti-stupro è l’idea che questa sia contraria agli insegnamenti religiosi. La causa principale della violenza sessuale contro le donne è da individuare in una iniqua relazione di potere tra uomini e donne, esasperata dai cambiamenti culturali che conseguono conflitto e migrazione. I problemi di donne e bambine in Somaliland non dipendono dalla religione, ma dalla cultura, che cambia quando le società diventano precarie a seguito di mutamenti radicali” ha affermato Nafisa Yusuf, Direttrice esecutiva di Nagaad.

Save the Children chiede pertanto a tutte le autorità di dare priorità alla protezione di bambine e donne da stupri e crimini sessuali, non solo in Somaliland, ma anche nelle regioni meridionali del PaeseL’Organizzazione, inoltre, si batte affinché i governi di Somaliland e Somalia fissino l’età minima per il matrimonio a 18 anni.

 

*Nome di fantasia.




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