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AGENZIA DELLE ENTRATE, LA UILPA PUNTA IL DITO CONTRO LA GOVERNANCE: “ IN AUMENTO STRESS DA LAVORO CORRELATO ED ERRORI PROFESSIONALI ”. IL COORDINATORE RENATO CAVALLARO : “PER I CONTRIBUENTI, IL RISCHIO DI DUPLICAZIONI DEI CONTROLLI” No ai carichi di lavoro “ad oltranza” e alla parziale rilevazione delle attività svolte tramite il sistema informatico. A esprimere contrarietà è la Uil Pubblica Amministrazione Agenzia delle Entrate che, attraverso il coordinatore generale Renato Cavallaro, sottolinea “l’aggravarsi delle problematiche riguardanti la corretta assegnazione dei carichi di lavoro, che risultano spropositati rispetto all’effettiva potenzialità operativa del personale presente negli uffici” e “i riflessi negativi determinati dalla parziale rilevazione al sistema informatico delle attività effettivamente svolte dai dipendenti”. Una posizione, quella del sindacato, scaturita a seguito delle numerose e partecipate assemblee che la Uil Pubblica Amministrazione ha tenuto su tutto il territorio nazionale, e dal costante confronto con i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate: le criticità emerse si ripercuoterebbero non soltanto sui dipendenti, ma anche sui contribuenti. “I lavoratori – spiega Cavallaro - subiscono una pressione continua , finalizzata allo svolgimento di lavorazioni ad oltranza fino al raggiungimento di obiettivi sproporzionati rispetto alle risorse disponibili sopportando, ingiustamente, sia il rischio di maggiori errori professionali per la rincorsa indeterminata al risultato, sia la diffusione esponenziale, tra gli stessi colleghi, dello stress da lavoro correlato”. Nello specifico, la UILPA Entrate punta il dito contro la governance dell’amministrazione, l’Audit interno dell’Agenzia e il massimo vertice di quest’ultima, il direttore generale Ernesto Maria Ruffini : già il 24 gennaio scorso, il sindacato aveva denunciato, con una lettera, l’assenza di trasparenza sui criteri di quantificazione degli obiettivi aziendali e il loro corretto riparto tra le strutture “in palese lesione del principio normativo che obbliga il datore di lavoro ad assegnare obiettivi che siano correlati all’effettiva capacità delle risorse disponibili, sia in termini operativi che lavorativi”. “L’indebito aggravio – spiega Cavallaro - determina l’esponenziale ed inaccettabile aumento del rischio professionale per i lavoratori e l’elevato rischio di errori negli atti che, evidentemente, si riflettono sui contribuenti, potenziali vittime di controlli tributari reiterati”. Riguardo a questi ultimi, in particolare, Cavallaro sottolinea come “la ‘scientifica’ mancata rilevazione di numerose lavorazioni può determinare per gli utenti il rischio di essere sottoposti a duplicazioni di controlli e richieste di informazioni nonché, per i lavoratori, a non aver riconosciuto come effettuate numerose attività in realtà svolte”. In pratica, non essendo correttamente rilevato informaticamente l’esito negativo dell’accertamento, per il contribuente aumenta il rischio di subire controlli reiterati quando, in realtà, il corretto comportamento fiscale è stato già rilevato: un evidente vulnus che si riflette negativamente sul rapporto dei cittadini con il fisco. “La UILPA - conclude Cavallaro – utilizzerà tutti gli strumenti possibili affinché la situazione cambi: i ricorsi “pilota”, le segnalazione all’Audit interno all’Agenzia e gli appelli al direttore generale, al quale chiediamo un segnale tempestivo di attenzione verso i lavoratori del fisco, per tutelarli dai rischi professionali e dallo stress da lavoro correlato, fenomeni che si ripercuotono sui cittadini sotto il profilo della mancata compliance”.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:39:15 |
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