La nona  edizione di Libri Come sventola un vessillo imponente, la Felicità, partendo da lontano “con Arundhati Roy che in giugno è venuta a presentare il suo Il ministero della felicità”, e che prende spunto da un tema antico quanto mai discusso, da scrittori, narrativa, poesia e filosofia, e una terra immensa che per conoscere, come ribadisce Marino Sinibaldi, “è necessario aprire un dialogo e provare a sperimentarla, altrimenti la felicità rimane una parola vuota”.

In questi quattro giorni, dal 15 al 18 Marzo, la felicità sembra aver preso residenza nelle centinaia di persone che si sono ritrovate all’Auditorium Parco della Musica, e non solo,  in un susseguirsi incessante di eventi e presentazioni, con una bella inaugurazione la domenica 11 marzo a Milano incorniciata da un personaggio d’eccellenza, in viaggio dalla piovosa e felice Irlanda, Roddy Doyle, arrivato poi a Roma, dove  Libri Come ha visto la contemporanea presentazione di dieci libri in altrettante biblioteche romane (tra tanti nomi Franco Faggiani, Eraldo Affinati, Filippo la Porta e altri), per tornare infine nella sua casa per eccellenza, l’Auditorium, con una scaletta fittissima di incontri.

Tanti i temi toccati o anche solo sfiorati nelle sue infinite declinazioni, i dialoghi con gli studenti, le lezioni di giornalismo a cura di Repubblica.it, si sono susseguiti nomi come Joe R. Lansadale Come in Texas, Giampiero Mughini, Che profumo quei libri, Alan Friedman, L’economia italiana in 10 lezioni, Marco Malvaldi coordinatore di Prima lezione di felicità – la Scienza, e via discorrendo fino alla giornata finale, la domenica 18 marzo che prima della chiusura ha registrato un’affluenza dirompente di gente che ha attraversato i padiglioni, riempito le sale, gremito completamente lo spazio della libreria, con curiosità, prontezza, preparazione, apertura al nuovo, annusando le influenze e i consigli della “redazione”, in un continuum di code solo per una firma e una dedica sull’ultimo volume uscito di tal scrittore, come è successo all’autore di L’Amore a vent’anni di Giorgio Biferali.

Maestri insuperabili come Jennifer Egan, Andrea Camilleri e Michele Gambino con uno sguardo disincantato su Sarajevo (Enjoy Sarajevo, Fandango) e presentato dalla ardimentosa Franca Leosini si sono affacciati in serata, quando la notte prende il sopravvento ma la folla chiassosa ed entusiasta continua a ravvivare il porticato dell’Auditorium dove ad accogliere il pubblico si vedono volumi e riviste appesi a fili quasi invisibili calati dall’alto, come in una bella installazione contemporanea, volumi apparentemente caduchi e invece tesi, forti, resistenti nonostante il vento e la pioggia intemperanti, di marzo. In mattinata una bella iniziativa che ha intersecato la letteratura per ricordare che il sapere umano è un insieme di sottomondi distinti ma anche collegato fin nelle sue frange più nascoste, Gauss e il suo teorema detto elegantissimo hanno sfondato le frontiere del dubbio per intersecarsi con la divulgazione scientifica anche per i neofiti, sempre attuale.

Prendendo il via proprio dalla sua più nota pubblicazione Disquisitiones generales circa superficies curvas, hanno moderato Laura Catastini, Franco Ghione, Guido Tonelli e Pino Donghi, per raccontare Johann C. F. Gauss e il suo modo per sviluppare coerentemente una geometria in un ambiente bidimensionale curvo, rendendo possibili infinite altre nuove geometrie e sfondando i limiti della gabbia euclidea, ma anche gli aneddoti sulla sua vita da ragazzo, quando riusciva a fare a mente calcoli complicatissimi e sapeva sbalordire i professori fin dai primi anni di scuola, per poi essere definito da Laplace il più grande matematico del mondo. Dalla scienza alla letteratura il passo è breve. E proprio tra scrittori, intellettuali e autori, un ragazzo forse non più giovanissimo ma pur sempre vivacissimo nelle sue aspirazioni ha animato tanti dibattiti e incontri di queste intense giornate, Christian Raimo.

To be continued…