Sei nella sezione Il Direttore   -> Categoria:  Editoriali  
La Politica si è fermata a Moro

La Politica si è fermata a Moro
Autore: Editoriale del Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 17/03/2018

Di Aldo Moro, da quarant’anni, si parla solo nei momenti di commemorazione, quando si scopre qualche “targa a ricordo” e i personaggi attuali delle istituzioni presenziano a un incontro pubblico o vengono invitati a un talk show.

In questi incontri postumi a un plurimo omicidio, si trattano argomenti distanti dalla storia e dalla realtà dell’Italia di ieri e di oggi, e dell’Italia che è diventata dopo il caso Moro.

Non si argomenta mai, infatti, ciò che è accaduto dopo la morte di  Moro. Come sia cambiata la politica, il rapporto tra politica e popolazione, il divario tra il mondo delle istituzioni e i cittadini, e come si sia modificata – del tutto – la metodica politica in relazione ai rapporti nazionali e internazionali.

No. Di tutto ciò non si parla, perché si dovrebbe parlare dei veri motivi che hanno portato alla morte cinque agenti di scorta e un uomo, un politico – Aldo Moro – che possiamo ritenere l’ultimo vero politico italiano, in una nazione in cui – oggi – la Politica (P maiuscola voluta) – è in mano a un manipolo di persone che, spesso, non sono fornite né di cultura né di capacità politica.

La politica si è fermata a Moro. La politica vera intendo. Quella fatta di accordi e compromessi realizzati non per mettere in atto qualche inciucio improponibile o qualche scandalo economico.

La Politica, quell’arte che conserva al suo interno la capacità di comprendere cosa sia giusto e cosa sbagliato fare. Per la nazione, lo Stato e i cittadini che rappresenta.

Quando Moro fu rapito, e la sua scorta trucidata, questo politico italiano stava mettendo il punto finale a una strategia politica nazionale e internazionale mai vissute prima in Italia.

La stretta di mano tra il democristiano Moro e il comunista Berlinguer, fu la firma alla ratifica di una politica nuova, e non solo sul fronte nazionale.

Chi, da quarant’anni ad oggi, ritiene “comunisti” le Brigate Rosse, deve avere qualche problema di comprensione della realtà, oppure sa perfettamente che si tratta di una mistificazione.

Negli anni ’70, il politico e giurista Leopoldo Elia, coniò una locuzione latina: Conventio ad excludendum. Con questa locuzione si intendeva un’intesa tra le parti politiche, sociali ed economiche, atta ad escludere una terza parte politica o economica, al fine da non farla partecipare alle alleanze e agli accordi che si intessono proprio negli ambienti istituzionali.

Esistono sempre due modi di intendere la stessa cosa. Nel senso positivo, con la Conventio ad excudendum,  non si esclude per ragioni di potere una realtà terza, ma si esclude per ragioni di opportunità ciò che osta alla realizzazione di una strategia migliorativa per la nazione e la sua popolazione.

Aldo Moro, con il “compromesso storico”, aveva – di fatto – creato le basi fondamentali per far si che nessuno venisse escluso dal dibattito politico. Di più: aveva creato i presupposti per non combattersi l'uno contro l'altro, in uno sterile - e persino sanguinoso - sistema di opposizioni politiche, che mostravano ormai solo la parte peggiore.

Un’alleanza storica che prevedeva che tutte le forze politiche sedessero allo stesso tavolo, per discutere i temi importanti per il paese, sia in quanto Stato sia in quanto popolazione.

Cosa avesse di “anti” comunista un compromesso del genere, non è dato sapere. In quegli anni infatti, il livello di tensione sociale si tagliava col coltello. Erano gli anni delle sparatorie in strada, dei posti di blocco ogni 100 metri, della disoccupazione esasperante e della creazione di gruppi armati, di destra e di sinistra, che rivendicavano il diritto ai diritti civili. Almeno a parole.

Cosa doveva fare un buon politico, se non tentare di pacificare gli animi, provare a mediare tra le parti, stringere la mano al proprio competitor politico – rappresentato all’epoca dal Partito Comunista – prendere accordi con il mondo politico ed economico internazionale, e tentare di premere sull’acceleratore di uno sviluppo che si sperava potesse avviarsi?

Secondo i teorici delle Brigate Rosse “comuniste”, nulla di tutto questo. Eppure, è una contraddizione. Si rifletta peraltro su un fatto: la Democrazia Cristiana, era all’epoca l’unico partito con una denominazione che riportasse al criterio di “Democrazia”. Almeno nel nome.

Fu peraltro Berlinguer, e non Moro, a proporre a quest’ultimo di porre fine – in qualsiasi modo – alla “strategia della tensione” e alla possibilità che, la Democrazia Cristiana, assumesse una deriva autoritaria.

Fu sempre Berlinguer a sottolineare la volontà di distaccare il Partito Comunista Italiano da quello russo, divenendone indipendente, e creando una realtà comunista nazionale, non più agli ordini dei dettami sovietici. Grande strategia politica, a quei tempi.

Diciamola tutta: questa pacificazione non piacque ad altri esponenti politici dell’epoca. In primis i socialisti. Che temettero di restare fuori dai giochi della grande politica nazionale e internazionale, venendo a mancare l’elemento di supporto per un possibile governo diretto dal Partito Socialista con la “stampella” del Partito Comunista.

Inutile parlare, in questo contesto, del dissenso dichiarato da parte di politici come Andreotti, che vedevano nel compromesso storico, il crollo della supremazia democristiana. D’altronde, non è storia nuova che, in ogni partito, esistano componenti che vanno verso la destra dell’ideologia del partito di riferimento, o verso la sponda sinistra. Andreotti, è notorio, rappresentava la sponda destra della Democrazia Cristiana. Ovvio che, dal suo punto di vista, Moro rappresentasse una cellula impazzita della DC.

Torniamo al tema centrale: chi poteva essere in disaccordo con gli accordi che Moro stava tessendo anche con il Partito Comunista? La Storia ci dice che furono gli estremisti di Sinistra, alcuni dei quali si riunirono nelle Brigate Rosse che – come sappiamo – commisero il più grande errore della storia della Repubblica Italiana: bloccare un processo di rinnovamento politico utile al paese e alla popolazione.

Certo, dovremmo avere certezza che questi terroristi fossero davvero attivisti estremisti di sinistra, cellule impazzite, uomini pronti a tutto pur di sostenere un ideale. Io faccio parte di coloro che non credono a questa versione. Ciò che accadde dopo l’omicidio di Moro dovrebbe essere una conferma.

Dopo la morte di Moro infatti, la DC divenne il partito autoritario nazionale, dopo pochi anni Berlinguer decise di mollare ogni tentativo di alleanza con la DC, e con ciò la DC ottenne ciò che voleva: la cancellazione di qualsiasi tipo di politica basata sul pragmatismo e non su sterili ideali etici, che – lo sappiamo bene – non servirono certo a realizzare una politica nazionale, e internazionale, basata sugli scopi per cui la politica sarebbe chiamata ad esistere, bensì sulla pretesa che la politica debba imperare sulle nazioni.

Pensate davvero che gli ideologhi di estrema sinistra non sapessero nulla del danno che si sarebbe generato arrestando il processo che, solo grazie a Moro, si stava sviluppando in Italia? Io stento a crederci.

Di conseguenza, si può affermare come – il rapimento e l’uccisione di Moro per mano delle Brigate Rosse – sia stato un vero paradosso. Colpirono colui che stava, o stava cercando di, realizzare un governo in cui il Comunismo avesse voce in capitolo in maniera sistemica. Bloccando, di fatto, l’accesso del Comunismo sullo scenario politico nazionale e internazionale. Un autogol.

Ciò che accadde dopo la morte di Moro, con l’autoritarismo della Democrazia Cristiana, con un Partito Socialista fintamente interessato alle questioni del paese, inteso come gestione delle necessità del popolo, ma con una forte propensione al comando e un buon livello di gestione della politica internazionale, conferma come Moro fosse l’obiettivo sbagliato in un periodo storico che poteva fornire una vera chiave di apertura a un sistema a regime democratico, che non si è mai realizzato nel nostro paese.

Dopo la sua morte infatti, è iniziata l’era della “democrazia” promessa e mai concretizzata. Siamo passati per governi fintamente interessati all’amministrazione del paese, ma fortemente legati al concetto di supremazia e di potere assoluto - l'oligarchia - all’attuale politica, se così ancora possiamo chiamarla, che non contiene nulla, se non il più alto livello di corruzione su base europea, dinamiche assolutamente schizofreniche, e nessun tipo di progetto reale, almeno per ciò che riguarda un concetto di alto spessore per ciò che riguarda la gestione di una nazione come l’Italia.

La Politica si è fermata a Moro. Dopo di lui, un breve periodo di falso benessere per tutti – rappresentato dal decennio degli anni ’80 – ma che, in realtà, erano prodromici a ciò che sarebbe poi arrivato negli anni ’90, e ancora oltre, negli anni dell’attualità. In cui si stenta a credere a ciò che sta accadendo, in quella che doveva, e poteva, esser davvero una delle nazioni più sviluppate e fiorenti a livello internazionale.

Finisco, riproponendo un pensiero scritto da Aldo Moro sul finire degli anni '60: «Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo».

©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina  

 




Cosa ne pensi?
Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.
Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui



aaaa

Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito.


Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra.

Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui
I commenti:

Commento 1)
La redazione ed il direttore hanno piacere di rispondere ai commenti dei nostri lettori. Facci sapere cosa ne pensi dell'articolo. La tua opinione è per noi importante.

Commento di: emilia.urso Ip:83.73.103.204 Voto: 7 Data 21/11/2024 06:57:05

Sei iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.

Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.

Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui

 
Iscrizione newsletter
Inserisci il tuo indirizzo email

Vuoi cancellarti?
Clicca qui
 
 
Search
Ricerca articolo
Ricerca
Dove
Da data
A Data:
Tipo ricerca:
Almeno una parola

Tutte le parole
 
 
Petizioni
Facciamo sentire la nostra voce
Dimettiamoci dalla carica di Cittadini Italiani

Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
Correlati in Editoriali

Autore: Editoriale del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 18/05/2020
Indagine Covid-19 - parte V - Trattati, accordi, riforme e omissioni

Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.

Leggi l'articolo

Autore: Editoriale del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 14/05/2020
Videogames: il governo sostiene le startup del settore

Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.

Leggi l'articolo

Autore: Inchiesta del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 14/05/2020
Indagine Covid-19 - Parte IV - diffusione nella bassa lodigiana: i dubbi sul depuratore

Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.

Leggi l'articolo

Autore: Intervista del direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 13/05/2020
Intervista ad Andrea Vianello - Ogni parola che sapevo

“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.

Leggi l'articolo
GERENZA: Gli Scomunicati - L'informazione per chi non ha paura e chi ne ha troppa - PluriSet timanale nazionale - Reg. Tribunale di Roma N° 3 del 21 Gennaio 2014
Testata ideata e diretta da Emilia Urso Anfuso. Note legali.  Per informazioni commerciali e per entrare in contatto con la redazione potete chiamare lo 06 92938726 (Tel. e Fax) -