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Negli ultimi anni molte star internazionali hanno fatto parlare di sé per la decisione di voler lasciare in beneficienza una parte (ma a volte la totalità o quasi) dei propri beni. Da Sting a Bill Gates, senza dimenticare Robin Williams o George Lucas, fino alla notizia degli ultimi giorni che vede come protagonisti Ashton Kutcher e Mila Kunis che hanno dichiarato di voler lasciare i propri averi a sostegno di cause sociali piuttosto che ai loro figli. Un fenomeno, quello di inserire un lascito nelle ultime volontà a supporto di cause benefiche, in aumento sia tra le celebrities che tra le persone comuni che, sempre più di frequente, si pongono il problema di cosa fare del proprio patrimonio, riconoscendo nella strada della solidarietà la scelta migliore. Secondo l’ultima indagine realizzata tra le Organizzazioni del Comitato Testamento Solidale infatti, dal 2012 ad oggi, gli Italiani hanno acquisito maggiore consapevolezza sull’importanza di destinare, mediante un lascito solidale, parte dei propri beni a una o più organizzazione del Terzo Settore. Si stima infatti che, nell’ultimo quinquennio, il valore economico dei lasciti solidali abbia subito un incremento fino al 10%. Il lascito solidale è, dunque, una pratica virtuosa che si sta diffondendo anche nel nostro Paese e sta dando importanti risultati. Basti pensare a quanto sia cresciuto il Comitato Testamento Solidale, di cui fanno parte – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Cesvi, Greenpeace, Intersos, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato, che dal 2013, anno della sua istituzione, è passato a contare da 6 a ben 21 Organizzazioni con l’ingresso di CBM e Greenpeace. “Il percorso che abbiamo intrapreso nel 2013, lanciando la prima campagna d’informazione sul lascito solidale, sta dando i frutti sperati. Gli Italiani sono un popolo generoso che inizia a percepire il lascito testamentario come un atto nobile e di grande responsabilità verso gli altri – dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale. – Per fare del bene non bisogna disporre di ingenti patrimoni o essere un personaggio famoso, anche un piccolo gesto può aiutare concretamente le Organizzazioni del Comitato a portare avanti i loro progetti in Italia e nel mondo. Siamo orgogliosi degli importanti risultati ottenuti finora, ma il nostro lavoro non si ferma qui, anzi. Diamo il benvenuto a CBM e Greenpeace e, adesso, dobbiamo porci nuovi obiettivi per far conoscere sempre più lo strumento del testamento solidale”. Inoltre, oggi c’è una maggiore informazione e consapevolezza su questo tema: tra il 2012 e il 2016, infatti, in Italia è cresciuta la conoscenza sull’argomento, passando dal 61% al 66%. Stando ai numeri sono oltre 32 milioni i nostri connazionali che hanno sostenuto nell’ultimo anno una causa benefica e sono aumentati anche i testamenti solidali. Dall’ultima indagine GFK Eurisko del 2016 per Comitato Testamento Solidale, è emerso che il 14% dei nostri connazionali è pronto a inserire nelle disposizioni testamentarie un lascito; il 3% ha già dato indicazioni mentre l’11% è intenzionato a farlo In Italia, nei prossimi 15 anni, secondo uno studio dell’Osservatorio Fondazione Cariplo “Il mercato dei lasciti testamentari”, i nostri connazionali potrebbero scegliere di destinare con un lascito, a istituzioni benefiche, una cifra che sfiorerà i 130 miliardi di euro. Aumenterà anche il numero delle famiglie che sceglieranno di devolvere tramite lascito parte del loro patrimonio al Terzo Settore: si passerà dalle circa 340 mila del 2009 alle 424mila famiglie “donatrici”, con un incremento del valore economico delle possibili donazioni di circa il 23%, passando dai 105 miliardi, calcolati nel 2009, ai 129 miliardi previsti nei prossimi anni. La novità dello studio evidenzia che, per la prima volta, anche i nuclei famigliari con eredi pensano di devolvere circa il 5% dei loro averi totali al settore no profit. La Campagna informativa promossa dal Comitato Testamento Solidale si è da subito avvalsa della collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato per rispondere alle curiosità e fare chiarezza su alcuni aspetti ancora poco conosciuti di questa pratica soprattutto nei confronti dei famigliari. “La legge italiana tutela i più stretti familiari cui viene riconosciuta la cosiddetta quota di legittima. Ma chi intende compiere un gesto di altissimo valore umano può scegliere di destinare anche solo una minima parte della quota disponibile del proprio patrimonio in favore di enti no profit o, in ogni caso, con fini di solidarietà, senza ledere i diritti intangibili dei parenti legittimari” ricorda Gianluca Abbate, Responsabile per i Rapporti con il Terzo Settore del Consiglio Nazionale del Notariato. E sono proprio i notai italiani i primi “sostenitori” del testamento solidale: 1 su 4 ha già inserito un lascito solidale nel suo testamento destinandolo ad una o più realtà benefiche. E tra chi non ha dato ancora indicazioni a riguardo, il 63% dichiara che è propenso a prendere in considerazione l’ipotesi di fare un testamento solidale in futuro. È quanto è emerso da un’indagine realizzata tra i notai del Consiglio Nazionale del Notariato per il Comitato Testamento Solidale. Censis, visita http://www.censis.it/7?shadow_
Indagine effettuata su un campione rappresentativo di oltre 400 professionisti, prevalentemente uomini (64,22%), sposati (71,39%) con uno o più figli (75,81%) di età superiore ai 50 anni. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 22:57:57 |
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