Ogni anno, l’Organismo internazionale di controllo sugli stupefacenti (INCB) pubblica lo stato dell’arte sulla droga nel mondo. Il thailandese Viroj Sumyai dirige questa agenzia delle Nazioni Unite con sede a Vienna, che cambia presidente ogni dodici mesi. La missione dell’INCB e’ di vigilare sul rispetto della Convenzione unica sugli stupefacenti votata dall’ONU nel 1961 e in vigore dal 1964. Questa convenzione stabilisce la lista dei prodotti la cui produzione e commercio sono illegali. La prospettiva dell’INCB e’ quindi chiaramente proibizionista, anche se il suo rapporto 2017 diffuso il 1 marzo insiste su prevenzione e considerazione delle persone “che soffrono malattie connesse al consumo di droga”. L’INCB stila anche la mappa mondiale dei traffici e del consumo.
Ecco il riassunto:
Curare e reinserire
“La dipendenza dalla droga deve essere trattata come una questione di diritto alla salute”, scrive Sumyai nell’introduzione del rapporto. Questo approccio “contribuisce ad eliminare la stigmatizzazione e la discriminazione, che sono ostacoli ai trattamenti ed al reinserimento sociale”, aggiunge il direttore dell’agenzia, che fa appello “a coloro che decidono e alla societa’ civile” dei Paesi disposti a “concedere una speciale attenzione ai bisogni dei gruppi spesso non considerati”: donne, bambini, malati mentali, detenuti, migranti, minoranze etniche, lavoratrici e lavoratori del sesso.
Il “gap mondiale del dolore”
Questa espressione riassume il disequilibrio tra Nord e Sud sull’accesso agli oppiacei: sovra-prescrizioni per i ricchi, penuria per i poveri. “Miliardi di persone nel mondo non accedono, al meglio, se non in modo limitato a farmaci come la morfina, sostanza utilizzata per la cura del dolore”, dice l’INCB. Dall’altra parte, Stati Uniti e Canada hanno abbondanza di oppiacei che si traduce in una allarmante epidemia di overdose. L’agenzia dell’ONU fa appello agli Stati perche’ “colmino questo gap”.
Africa zona di transito
Il continente africano viene sempre di piu’ utilizzato come hub: la cocaina che proviene dall’America del Sud attraversa l’Africa dell’Ovest e il Sahel per giungere in Europa. E gli oppiacei dell’Afghanistan sono smistati nella regione prima di raggiungere Europa e America del Nord.
Colombia dopo la guerra
L’accordo di pace siglato nel 2017 tra il governo e la guerriglia delle Farc (che si sono sciolte e trasformate in movimento politico) dovrebbe avere come effetto la riduzione delle coltivazioni illegali, spera l’INCB. Ma le coltivazioni sono aumentate in questi ultimi anni: dai 96.000 ettari di coca coltivati nel 2005, si e’ passati a 146.000 l’anno scorso. Per ridurre le semine clandestine e sviluppare coltivazioni alternative, lo Stato colombiano ha lanciato col sostegno dell’ONU un piano d 315 milioni di dollari (260 milioni di euro).
La depenalizzazione avanza
Da luglio del 2017, la vendita in farmacia di cannabis per uso ricreativo e’ effettiva in Uruguay. L’INCB aggrotta le sopracciglia per questa misura che contravviene agli “obblighi che incombono nei Paesi in virtu’ della convenzione sugli stupefacenti del 1061 … a cui l’Uruguay ha aderito”. L’Argentina, il Paraguay, la Colombia e il Peru’ regolamentano l’uso di cannabinoidi a fini terapeutici, decisione rispetto alla quale l’agenzia e’ molto riservata. Il piccolo arcipelago di Saint-Kitts-et-Nevis ha creato una commissione incaricata di esaminare le conseguenze di una depenalizzazione della cannabis. E la Giamaica ha in corso una riflessione sulla produzione di cannabis a fini commerciali. Ventisette anni dopo la morte di Bob Marley, apostolo della marijuana.
India, paradiso delle pillole
Nel 2016, i sequestri di anfetamine nel Paese si sono moltiplicate per dieci rispetto al 2015. Nello scorso novembre, 23,5 tonnellate di metaqualone (le famose quaalude che si somministravano i poeti della Beat Generation in Usa) sono state sequestrate in una sola volta, in una citta’ del Rajasthan. Il Bangladesh e’ anche noto per dei sequestri record. E la quantita’ di eroina introdotta in Sri Lanka si e’ moltiplicata per cinque, stima il rapporto. Altro argomento di preoccupazione dell’INCB: il Nepal e’ un fornitore sempre piu’ importante di cannabis per il mercato indiano.
Afghanistan, il papavero nello stagno
La produzione di papavero da oppio ha raggiunto un livello prima mai raggiunto: 9.000 tonnellate di oppio nel 2016, con una crescita dell’87% in un anno. La zona di coltivazione di questo papavero afghano, si e’ estesa del 63% , cioe’ a 328.000 ettari.
E l’Europa?
Il traffico di droga e’ l’attivita’ criminale che genera il maggior guadano in Unione Europea: 24 miliardi di euro in un anno. Circa l’1% degli abitanti della Ue consuma quotidianamente della cannabis, e piu’ di un quarto della popolazione ha provato questa droga almeno una volta nella sua vita. Il consumo di anfetamine tipo ecstasy continua a crescere, grazie al dinamismo del mercato illegale in Belgio e nei Paesi Bassi. La metamfetamina, gia' prodotta in Polonia, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, e’ ormai fabbricata anche Bulgaria e Lituania.