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Telecom-Tim /Poste: sogni e bisogni

Telecom-Tim /Poste: sogni e bisogni
Autore: Bracco38 e Gatto46 - Redazione Economia
Data: 18/02/2018

Come ci insegna la storia, gli avvenimenti si presentano la prima volta sotto forma di tragedia, la seconda di farsa.

La tragedia è stata la spoliazione di Telecom dall’atto della privatizzazione con i “capitani coraggiosi”, fino ai capitalisti senza capitali e a Tronchetti Provera etc. 

Pensare che era fra le società più profittevoli d’Europa, la chiamavano la gallina dalle uova d’oro, mentre ora della gallina e dell’oro resta molto poco. Così siamo arrivati alla farsa.

Con squilli di trombe e molti compiacimenti è stato presentato il piano di scorporo della rete. I tecnici e i ben informati ritengono che non si farà mai e parafrasando l’ex AD di Tim Vito GamberaleA una persona possiamo togliere la spina dorsale “? Pertanto, possiamo ritenerla solo una manovra dilatoria per allontanare l’attenzione dai veri problemi. Le altre separazioni o sono solo contabili o possibili perché di diversa natura.

Ai piccoli azionisti che vedono il titolo deprimersi non servono sogni ma sapere qualcosa circa i 300 milioni di multa per omessa comunicazione, cosa si prevede ? Basterà l’utile del Brasile a sanarla o occorrerà un’aggiunta ? De Puyfontaine e Storace oltre che salutarsi a Davos hanno in previsione incontri? Perché è inutile far finta che il problema non esiste al punto che il management spesso ricorre alla piece poliziotto buono/poliziotto cattivo, l’accordo con Enel OF va fatto e anche presto, altrimenti sarà un bagno di sangue per tutti gli interessati  e soprattutto per Telecom non avendo Pantalone alle spalle.   

Il rischio di cablare le stesse strade con sistemi diversi è concreto, e Cattaneo voleva trattare se non da una posizione di forza ma almeno di parità, mentre ora una trattativa paritaria sembra più complessa. Se il risultato elettorale sarà favorevole al gruppo toscano, la trattativa per Telecom sarà tutta in salita.

Qualche informazione sulla trattativa con Mediaset Premium non guasterebbe.

Il Cavaliere si è ammorbidito o cerca di spremere il limone sino al limite possibile? Vuole tutti gli 1,5 miliardi di euro richiesti o, visto le prossime elezioni, accetta l’accordo proposto da Telecom ?

Chi ha redatto il piano di scorporo e quanto è costato? Speriamo poco o nulla perché bastava una sintesi dei molti redatti in passato.

Se stiamo come stiamo, e l’andamento del titolo lo dimostra, perché l’allontanamento di Cattaneo che aveva rivitalizzato la società e la cui bravura l’ha dimostrata con l’uso fatto della principesca liquidazione ricevuta da Telecom?

Consigliamo all'ufficio del personale di Telecom di non cestinare la cartella dell’ex AD, il suo recapito potrebbe tornare utile in futuro.

Ma i sogni non finiscono all’alba, visto il momento propizio il CEO Genisch, mutuando il ”sistema del rilancio” dalla politica italiana, dice di aprire 11 cantieri 11 per portare Telecom fra i top mondiali.

Non ho spazio per elencarveli tutti ma alcuni non sono male: un assistente digitale superiore a quello di Siri di Apple, un servizio On Start che dall'auto individua il negozio e paga il conto, un’App che da cellulare rallenta la velocità dell’auto in caso di furto e forse consegna i ladri al primo posto di polizia, etc.  Certo voi vorreste un 187 più disponibile e un wi-fi più veloce, ma è solo perché non siete votati al futuro. 

E dai sogni passiamo ai bisogni di Poste.

Con gioia possiamo annunciare agli azionisti di Poste, che il punto chiave del nuovo piano strategico, ovvero il rilancio dei servizi postali, tradizionali è risolto o in via di risoluzione.

Con un’imprevista mossa strategica, Poste ha lanciato un bando per 34 milioni di euro in due lotti di cui 19 per il miglioramento della tracciatura e 15 per il miglioramento dei servizi di logistica integrata. Il piano si svilupperà in tre anni per cui è plausibile che i primi miglioramenti li vedremo verso il 2021-22.

Come ci informa l’agenzia MKI ,malgrado gli sforzi delle prime linee infittite, i dati comparativi del settore , che fattura oltre 6 miliardi di euro, mostrano che si è passati da un utile di 35 milioni ad una perdita di 6.

Si è cercato di intervenire sui costi ma a una diminuzione degli stessi dell’1,5% ha risposto una diminuzione dei ricavi di circa il 3 %. Che un piccolo investimento nel’IT service possa invertire il trend negativo dei servizi postali non è ambizioso ma preoccupante. Il mercato è cambiato e ben altra ristrutturazione occorre in un settore con alti gradi di concorrenza.

Alcuni dirigenti hanno affermato che ottimi utili arriveranno dall'accordo con Anima Holding, ma allora perché parlare di masse minime da conferire e non provare almeno con masse medie, o addirittura massime ? Anche SIA (pagamenti) è in confusione, il buon Arrighetti ha ritardato il piano industriale perché non riesce a capire cosa Poste vuol fare.

Incrementare la partecipazione si o no? Fonderla? Svilupparla? Dubbi amletici che non fanno bene alla società le cui potenzialità sono straordinarie e l’ex AD lo aveva capito bene, tanto che l’ha cacciato dalla porta (dal dottor Renzi) e fatto rientrare dalla finestra come consulente di Palazzo Chigi e quindi del Mef con Gentiloni.

L’anno 2017 terminerà con circa 100 milioni di utili in meno del 2016 per non specificate pulizie di bilancio, speriamo che per il futuro si vorrà evitare il lavaggio delle tende o la sostituzione delle suppellettili.

L’ex presidente del consiglio, fra una stazione e l’altra ha rivendicato la paternità delle nomine; noi abbiamo sempre apprezzato il suo coraggio, al limite della temerarietà, da giocatore consumato ma per quanto riguarda la nomine, consiglierei di sorvolare.

Se Poste piange, Leonardo non ride (a buon intenditor....... ).

Molti auguri, ne abbiamo bisogno.




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